Duro atto di accusa del Sindacato giornalisti abruzzesi sulla situazione degli uffici stampa delle istituzioni regionali. «L’unica disposizione – scrive la vicesegretaria e componente della Commissione nazionale uffici stampa della Fnsi, Pina Manente sul sito internet dell’Assostampa – certamente non interpretabile e incontrovertibile della legge 150 del 2000, quella che disciplina il sistema dell’informazione nella Pubblica amministrazione, è quella del comma 2 articolo 9: “Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. Un principio ribadito in numerose sentenze ma sistematicamente calpestato in Abruzzo dove, amministrazioni locali e società pubbliche e in house continuano ad ignorare la legge».
Una situazione che peggiora rispetto al passato, con decine di casi rilevati e «comunicati stampa a firma del personale più disparato, si va dal capo di gabinetto allo stesso amministratore, all’ufficio marketing, alle relazioni pubbliche».
E una circostanza «di per sé imbarazzante – prosegue la nota della vicesegretario Manente – perché a metterla in atto sono gli organi dello Stato, che dovrebbero dare il buon esempio sul rispetto delle leggi, e che sta diventando esplosiva alla luce della condizione di disagio e difficoltà della categoria alle prese con una delle ristrutturazioni più dolorose e complesse del secolo con una impennata della disoccupazione e del precariato».
Così il Sindacato dei giornalisti abruzzesi corre ai ripari e annuncia di aver raccolto «un ampio dossier che consegneremo anche all’Ordine dei Giornalisti e ci muoveremo per segnalare, agli organi preposti e all’opinione pubblica, tutti i casi che rileveremo».
Inoltre, Manente ricorda che «per il personale pubblico iscritto all’Ordine dei Giornalisti e addetto all’ufficio stampa i contributi vanno versati, anche qui per legge, all’Inpgi». E, di nuovo, in Abruzzo, i conti non tornano.
«Lanciamo, quindi, un appello ai colleghi – conclude la nota del sindacato abruzzese – per segnalarci casi di illegittimità e chiediamo l’apertura di un tavolo con l’Anci per arrivare, anche in Abruzzo, ad un protocollo d’intesa per ripristinare un livello di decoro istituzionale».