Uffici stampa: non basta una legge. Interessante incontro a Mestre su iniziativa del Gus, Sindacato e Ordine dei giornalisti veneti
Giornalisti e collaboratori degli uffici stampa s’interrogano sul loro futuro professionale. Da due anni una legge dello Stato italiano - la n. 150 del 2000 - ha riconosciuto ufficialmente il ruolo di migliaia di operatori dell’informazione impiegati nella Pubblica amministrazione. In particolare il testo legislativo, confermato dal successivo regolamento attuativo, ha riservato uno spazio particolare e insostituibile ai giornalisti iscritti all’Ordine professionale, negli elenchi dei pubblicisti e dei professionisti. Le novità previste dalla legge 150/2000 suscitano speranze ma anche preoccupazioni. Per fare il punto sullo stato di attuazione di questo importante testo legislativo, il GUS Veneto insieme al Sindacato Giornalisti, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, hanno promosso venerdì 12 aprile scorso un incontro di aggiornamento. Numerosi i giornalisti e gli operatori degli uffici stampa giunti a Mestre, nella sala del Municipio, e provenienti da tutto il Veneto. A testimoniare l’interesse con cui Ordine e Sindacato Giornalisti guardano a questo comparto in forte espansione, sono intervenuti il Presidente, Maurizio Paglialunga, e il Segretario, Enrico Ferri. Entrambi hanno assicurato il loro impegno nel far sì che la legge 150/2000 possa trovare completa attuazione e diventare una tappa importante verso il pieno riconoscimento professionale di quanti operano all’interno degli uffici stampa della Pubblica amministrazione. E’ toccato poi a Pietro Piccoli, Presidente del GUS Veneto, riassumere il lungo cammino che ha portato all’approvazione della legge, ricordando il ruolo fondamentale svolto dal Sindacato veneto. A fare il punto sullo stato di attuazione della legge 150/2000 è intervenuto Renzo Santelli, responsabile Uffici stampa della FNSI, sollecitato dagli interrogativi posti da Maria Fiorenza Coppari, Vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto. “Due sono le strade aperte in questo momento – ha spiegato Santelli -. La prima riguarda la definizione del primo contratto giornalistico del pubblico impiego. La trattativa con l’ARAN è già stata avviata. Si attende ora l’atto di indirizzo del ministro Frattini per riprendere e concludere la discussione. Siamo fiduciosi”. La seconda questione aperta riguarda la formazione. La legge 150/2000 prevede l’istituzione di percorsi formativi per quanti operano negli uffici stampa senza i requisiti professionali previsti dal regolamento. Un aspetto che sta creando qualche apprensione. “In occasione del Forum della Pubblica amministrazione che si terrà a maggio nella capitale – ha annunciato il rappresentante della FNSI – presenteremo il promo del cd-rom contenente i programmi per l’autoformazione. Esso è stato realizzato in accordo con il Formez e tutti i soggetti interessati. Gran parte della formazione dovrà avvenire però in aula, anche se si sta studiando la possibilità di alcune lezioni on-line”. Con un avvertimento: attenzione alle proposte di formazione promosse da enti e istituzioni non riconosciuti. L’intervento di Santelli ha provocato un interessante dibattito. Dagli interventi si è potuto comprendere la complessità del mondo degli uffici stampa. Trovare dei punti in comune è sembrata un’impresa difficile, ma non impossibile. Per questo, al termine dell’incontro, si è pensato di proporre la costituzione di un gruppo di lavoro regionale, aperto a quanti operano all’interno della Pubblica amministrazione ma anche a coloro, e sono molti, impegnati nelle associazioni di categorie o in realtà aziendali. E si è chiesto all’Ordine dei giornalisti di predisporre una circolare per sollecitare la nascita di agenzie giornalistiche, regolarmente registrate, così da garantire a quanti lavorano negli uffici stampa di poter mantenere l’iscrizione all’Ordine. “La legge 150/2000 rappresenta una tappa importante - ha concluso Maria Fiorenza Coppari -. Ma il vero cambiamento si potrà avere soltanto con l’auspicata riforma dell’Ordine dei giornalisti”. Enrico Scotton