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Uffici Stampa 28 Set 2015

Uffici stampa, nasce l’Osservatorio Aser-GUS per i bandi nella Pubblica amministrazione

A quindici anni della promulgazione delle legge che doveva fare ordine negli uffici stampa pubblici i giornalisti che lavorano nella Pa ancora devono fare i conti con una sorta di far west: inquadramento, retribuzioni, diritti e tutele sembrano i mezzi di un mosaico che, come la tela di Penelope, vengono montati e smontati a piacere da chi è chiamato a redigere i bandi. Per questo l’Aser e il Gus Emilia Romagna hanno lanciato il nuovo Osservatorio bandi con l’obiettivo di realizzare un libro bianco sul lavoro negli uffici stampa che aiuti a “definire le possibili azioni che il sindacato potrà fare a loro tutela e promozione”.

A quindici anni della promulgazione delle legge che doveva fare ordine negli uffici stampa pubblici i giornalisti che lavorano nella Pa ancora devono fare i conti con una sorta di far west: inquadramento, retribuzioni, diritti e tutele sembrano i mezzi di un mosaico che, come la tela di Penelope, vengono montati e smontati a piacere da chi è chiamato a redigere i bandi. Per questo l’Aser e il Gus Emilia Romagna hanno lanciato il nuovo Osservatorio bandi con l’obiettivo di realizzare un libro bianco sul lavoro negli uffici stampa che aiuti a “definire le possibili azioni che il sindacato potrà fare a loro tutela e promozione”.

Nasce un nuovo strumento con il quale l’Associazione stampa dell’Emilia Romagna e il suo gruppo di specializzazione sugli uffici stampa (Gus) puntano a mettere ordine in un mondo – quello della Pubblica amministrazione – in cui, a quindici anni dalla promulgazione della legge 150 del 2000, ancora regna la confusione su quale debba essere il corretto inquadramento professionale di chi fa ufficio stampa, quale debba essere il contratto da applicare, quali sono le regole da seguire nella redazione dei bandi e i diritti e le tutele da riconoscere ai giornalisti impiegati nella Pa.
“Salutata al suo nascere come uno strumento per dare concretezza all’esigenza di ‘colloquiare’ con i cittadini, la legge 150/2000 – si legge sul sito internet del Gus Emilia Romagna – è stata considerata inizialmente la risposta giusta e moderna per mettere ordine nel settore della comunicazione e dell’informazione pubblica. Si è però subito compreso che ambiguità e lacune avrebbero messo in difficoltà la sua applicazione. Tra i diversi punti deboli della legge vi è la stessa istituzione degli uffici stampa: per la PA la loro istituzione non è un obbligo, ma una facoltà. Altro elemento di debolezza è l’assenza di sanzioni nel caso in cui non si rispetti la distinzione tra i tre ruoli così ben individuati. Più che una legge, la 150 è parsa un’esercitazione accademica. Lo schema proposto è ben pensato, ma, in assenza dell’obbligatorietà di procedere, è carente sul piano applicativo. In ultima analisi si presenta più come un consiglio che un dovere”.
“A livello istituzionale più basso la situazione nazionale è ancor più anarchica e, in Emilia Romagna, la situazione non differisce dalla media nazionale. Anche da noi – riporta il sito dell’Aser – si sono verificati casi offensivi per la dignità del lavoratore ed episodi di scarsa trasparenza che ci hanno lasciato disgustati e molto perplessi. Nei bandi soprattutto. Non siamo di fronte a fatti isolati, ma a casi che proliferano indisturbati in quell’area grigia che vogliamo contrastare ed eliminare”.
Per contrastare il fenomeno serve però avere il maggior numero possibile di informazioni e monitorare con costanza la situazione del territorio: ecco allora che nasce l’Osservatorio regionale bandi (osservatoriobandi@aser.bo.it) al quale ogni collega potrà segnalare le anomalie di cui viene a conoscenza.
“L’obiettivo – scrivono i promotori dell’iniziativa – è quello di realizzare un libro bianco al quale eventualmente associare una fotografia degli uffici stampa pubblici e privati presenti in regione. La conoscenza della reale situazione degli uffici stampa, della loro articolazione interna e della tipologia di contratto che hanno coloro che vi lavorano, costituirà un risultato di grande importanza per definire le possibili azioni che il sindacato potrà fare a loro tutela e promozione”.

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