Turchia: arresti di massa dei giornalisti pro-curdi prima del Summit della Nato
In seguito alle perquisizioni effettuate l’8 giugno 2004 nei locali di un’agenzia stampa e di due riviste pro-curde a Istanbul, sono stati messi in stato di arresto 25 professionisti dei media. Reporter senza frontiere condanna con la più grande fermezza questa operazione di polizia. "La lotta legittima e necessaria contro il terrorismo, non può in nessun caso giustificare queste violazioni della libertà di stampa", ha dichiarato l’organizzazione in una lettera indirizzata al Primo ministro, Recep Erdogan. "Siamo scandalizzati per i metodi utilizzati dalla giustizia contro questi giornalisti trattati come autentici criminali. Vi chiediamo quindi di spiegarci per quali motivi gli articoli, i libri e i dischetti sequestrati nel corso delle perquisizioni costituirebbero "materiale proibito", ha aggiunto Reporter senza frontiere, che ha chiesto l’immediata scarcerazione dei giornalisti e la restituzione di tutto il materiale sequestrato. L’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa ha ricordato inoltre che la Corte europea dei diritti umani considera che le perquisizioni al domicilio e nei locali in cui i giornalisti svolgono la loro attività professionale sono contrarie all’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti umani se non corrispondono a una "imperativa emergenza sociale". La polizia ha perquisito i locali dell’agenzia stampa pro-curda Dicle per ordine della Corte di sicurezza dello Stato di Istanbul e poi ha messo in stato di arresto 16 giornalisti e impiegati. Secondo gli avvocati di Dicle, la polizia sospetta i giornalisti di legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), ribattezzato Kongra-Gel, e sarebbe alla ricerca di "materiale proibito" nel contesto della preparazione del Summit della Nato, che si terrà a Istanbul il 28 e 29 giugno prossimo. Tre giornalisti del quotidiano pro-curdo. Ülkede Özgür Gündem, Hüsniye Tekin, Deniz Boyraz e Baki Gül, che stavano seguendo per il loro media l’operazione di polizia in corso presso l’agenzia Dicle, sono stati a loro volta messi in stato di arresto. La polizia antiterroristica ha perquisito anche i locali dei mensili pro-curdi Özgür Halk e Genc Bakis e ha poi messo in fermo di polizia i sei impiegati della redazione. Nel corso delle diverse perquisizioni, la polizia ha sequestrato molta documentazione di proprietà dei giornalisti, oltre ai libri e ai dischetti presenti in redazione. La polizia ha rilasciato nel pomeriggio dell’8 giugno solo Hatice Özbaris, dell'agenzia Dicle. Tutti gli altri giornalisti arrestati nel corso dell’operazione risultano ancora detenuti.