«Più che un'iniziativa a tutela del pluralismo dell'informazione, quella annunciata da alcuni esponenti della Lega sembra un'azione punitiva contro il gruppo Athesia, e in particolare contro i giornalisti che lavorano nelle testate del Trentino Alto Adige, assicurando ogni giorno un'informazione libera e professionale. A loro va la solidarietà della Fnsi». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, e Rocco Cerone, segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, in risposta all'annuncio di un gruppo di parlamentari del Carroccio di voler presentare un'interrogazione al presidente del Consiglio in tema di pluralismo dell'informazione in Trentino Alto Adige. Secondo i leghisti, in regione il gruppo «ha di fatto il monopolio editoriale assoluto nel campo della carta stampata» e per questo auspicano in intervento legislativo che impedisca la concentrazione esagerata di media nella mani di un unico soggetto.
«È indubbio – rilevano Lorusso e Cerone – che la legge 416 del 1981, che pone limiti alle concentrazioni proprietarie a livello nazionale, vada profondamente rivista e aggiornata, anche alla luce dello sviluppo e della diffusione dell'informazione digitale. Nessuno può però usare un tema così delicato come una clava per colpire decine di professionisti, con il risultato di metterne a rischio i posti di lavoro. A nessuno può sfuggire, infatti, che sono sempre meno coloro che sono disposti a investire nell'editoria. La fase di profonda crisi del settore a livello planetario, anche in Italia rischia di far scomparire testate storiche, facendo venire meno il diritto dei cittadini ad essere informati in molte aree del Paese».
In questo scenario, incalzano Lorusso e Cerone, «occorre da una parte incoraggiare gli investimenti nell'informazione di qualità e dall'altra ragionare su uno statuto dell'impresa editoriale che salvaguardi l'autonomia delle testate dai possibili interessi delle proprietà e dalle pressioni della politica. Chissà perché, però, quando si parla di assicurare indipendenza dell'informazione e autonomia delle redazioni, si veda la mai risolta questione del servizio pubblico radiotelevisivo, la politica, salvo rare eccezioni, decide di non decidere».