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Giudiziaria 29 Dic 2010

Tiziana Ferrario reintegrata alla conduzione del Tg1, Tribunale di Roma: “Discriminazione politica” La giornalista Rai: “Una sentenza importante e utile per tanti altri miei colleghi” Siddi (Fnsi): “Una nuova azione rovinosa

Il tribunale di Roma sezione lavoro, giudice Marrocco, accogliendo il ricorso in via d'urgenza della giornalista Tiziana Ferrario (assistita dagli avvocati Domenico e Giovanni Nicola D'Amati), ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi.

Il tribunale di Roma sezione lavoro, giudice Marrocco, accogliendo il ricorso in via d'urgenza della giornalista Tiziana Ferrario (assistita dagli avvocati Domenico e Giovanni Nicola D'Amati), ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi.

Il giudice ha ravvisato nella rimozione di Tiziana Ferrario dell'incarico di conduttrice del tg della rete ammiraglia una ''grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini. (ANSA)

RAI: GIUDICE, REINTEGRARE LA FERRARIO A CONDUZIONE TG1

Il giudice Maria Gabriella Marracco, del tribunale del lavoro di Roma, accogliendo il ricorso d'urgenza presentato dagli avvocati Domenico e Giovanni D'Amati, ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista Tiziana Ferrario nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per i grandi eventi. Il giudice – fanno sapere i legali - ha ravvisato nella rimozione della Ferrario dall'incarico di conduttrice del Tg1 una grave lesione della sua professionalità, attuata per motivi di discriminazione politica a seguito dell'opposizione della giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini.

Secondo il giudice Marrocco, "i provvedimenti che hanno riguardato la Ferrario sono stati adottati in contiguità temporale con la manifestazione, da parte della lavoratrice, del dissenso alla linea editoriale impressa al telegiornale dal nuovo direttore, con l'adesione da parte sua alla protesta sollevata dal cdr e diretta a far applicare nel tg i principi di completezza e pluralismo nell'informazione e, infine, con la mancata sottoscrizione da parte della stessa del documento di censura al cdr il 4 marzo scorso". Detti provvedimenti - si legge nella motivazione - "sono stati antitetici rispetto a quelli adottati nei confronti dei colleghi di redazione che non avevano posto in essere le suddette condotte". In particolare, "in merito alla rimozione dell'incarico di conduzione del Tg1, dichiaratamente collegata dal direttore del telegiornale all'intento di ringiovanire i volti del tg, risulta in atti che identica decisione non ha coinvolto due giornalisti in sostanza coetanei della ricorrente (Petruni e Romita), i quali, di contro, avevano sottoscritto il documento 4 marzo 2010 di sostegno alla linea editoriale".

A parere del tribunale, la Rai non ha addotto "alcuna confacente ragione idonea a giustificare la disparità di trattamento" né ha "neppure adombrato la sussistenza di un motivo organizzativo quanto alla soppressione del blog curato" dalla Ferrario. "In tale contesto – prosegue il giudice - assume, poi, indiretto ma significativo rilievo il documento dell'Agicom del 21 ottobre scorso di diffida al Tg1 per il forte squilibrio informativo a favore del Governo e della maggioranza, prodotto dalla ricorrente in udienza; e infatti tale documento, pur se si riferisce al periodo (luglio-settembre 2010) successivo ai provvedimenti datoriali di privazione delle mansioni in danno della Ferrario, induce a non escludere che anche in epoca precedente vi fosse stata materia di critica nella redazione del tg e consente ancor più di stimare come degne di tutela le doglianze" della giornalista "posto che i provvedimenti datoriali impugnati appaiono delinearsi come effettivamente reattivi alla manifestazione di convinzioni personali, peraltro non peregrine, della dipendente discordanti con quelle del datore di lavoro". La conclusione è che le "scelte datoriali appaiono essere viziate di nullità e che a maggior ragione deve essere affermato il diritto della ricorrente di riprendere lo svolgimento delle precedenti mansioni, ovvero di essere assegnata ad altre effettivamente equivalenti". Da qui l'ordine impartito alla Rai, che dovrà pagare anche le spese di giudizio, di restituire la conduzione del Tg1 delle 20 alla Ferrario oltre alla mansione di inviata speciale per i grandi eventi. (AGI)

 

RAI: TIZIANA FERRARIO, POTERI DIRETTORE LIMITATI DA LEGGE

GIORNALISTA, GRANDE SODDISFAZIONE PER REINTEGRO

Una sentenza ''importante perché afferma il principio fondamentale che i poteri del direttore di una testata giornalistica sono limitati dalla legge: non ha infatti il diritto di emarginare o mettere i giornalisti della sua redazioni in condizione di non lavorare''. Così Tiziana Ferrario commenta a caldo con l'ANSA, esprimendo grande soddisfazione, la sentenza del Tribunale di Roma che l'ha reintegrata alla conduzione del Tg1 della Rai. La giornalista tiene a ricordare che non è l'unica, all'interno del Tg1 a trovarsi in questa situazione: ''dunque una sentenza ancora più importante in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito il mio stesso trattamento, da Paolo Di Giannantonio a Massimo De Strobel, da Raffaele Genah a Bruno Mobrici alla stessa Maria Luisa Busi che con grande coraggio ha deciso di rinunciare alla conduzione del Tg1 perché non riteneva di essere più nelle condizioni di svolgere con serenità la propria professione''. La Ferrario infine, in merito alla discriminazione politica a cui tra l'altro fa riferimento la sentenza, rileva: ''una redazione è formata da tante identità culturali e il confronto è sempre e comunque necessario''. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:
“Il reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 delle 20.00, deciso dal giudice del Lavoro conferma l'operazione rovinosa, fuori dalle regole del contratto di lavoro e dalle previsioni di legge, del direttore del Tg1, Minzolini, e dell’azienda Rai che ne avevano deciso, la rimozione. Quanto avevamo detto allora oggi vale ancora di più: l’impiego nel lavoro dei giornalisti, il rispetto della professionalità e delle autonomie di giudizio non può essere calpestato con scelte di carattere ritorsivo, o peggio, politiche ritenute prevalenti, evidentemente, sui valori professionali acclarati. Il verdetto del giudice parla chiaro e  nessuna strumentalizzazione può cambiare il verdetto di un giudice che restituisce onore e lavoro a una collega stimata per correttezza, puntualità e serietà  da tutti, come Tiziana Ferrario: la dignità professionale e morale del giornalista e del lavoratore non è calpestabile. Spostamenti e nuovi incarichi non possono prescindere da questi principi e dai meriti e dai diritti professionali e contrattuali. E i poteri del direttore, anche in materia di nomine interne e incarichi, non possono mortificare i diritti derivanti da ruoli e qualifiche professionali maturati e universalmente riconosciuti. Il contratto di lavoro giornalistico e la legge parlano chiaro e ora anche chi non voleva riconoscerlo sa quale sia il valore delle regole. La Rai, negli ultimi tempi, ha preso più' di una lezione dai giudici per aver voluto accantonare o rimuovere dai compiti assegnati, senza plausibili motivazioni professionali e contrattuali, diversi colleghi solo perché portatori di contributi critici, benché irreprensibili. Da De Strobel, a Di Giannantonio, a Genah, a Mobrici e a Maria Luisa Busi, per toccare anche Damosso i casi da riparare non mancano. Basterà la nuova lezione? O si dovranno ancora aspettare i giudici, per questi colleghi e altri che (già dal Tg1) potrebbero essere aggiunti alla lista del danno, per vedersi restituita la dignità e il diritto di lavorare con serietà e onestà? La Fnsi è e resta più che mai da una sola parte: l'autonomia e la dignità professionale e morale dei colleghi, il rispetto delle regole primo pilastro di legalità e della civiltà del lavoro”. RAI: VERNA (USIGRAI), REINTEGRO FERRARIO GRANDE SUCCESSO
"Il provvedimento di reintegro di Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg delle ore 20 e come inviata per i grandi eventi è un grande successo di chi crede nei diritti di libertà. È una secca sconfitta di Masi e Minzolini". Così il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, che torna "a chiedere con forza che entrambi (Masi e Minzolini, ndr) se ne vadano". E aggiunge: "Ora, con la strada maestra del confronto, si ridiano ruoli professionali agli altri colleghi del Tg1 di qualunque area culturale, emarginati e rimossi dalle loro funzioni. Speriamo che al più presto il presidente della commissione parlamentare di vigilanza, Zavoli, voglia concederci una audizione al centro della quale mettere la deriva attuale della Rai che solo i giudici stanno arginando. La reintegra Ferrario dopo la reintegra Ruffini". (AGI) RAI: TG1; CDR, ORA VOLTARE PAGINA
Dopo la decisione del Tribunale del lavoro di Roma, che ''accogliendo il reintegro d'urgenza, ha ordinato alla Rai di reintegrare la collega Tiziana Ferrario nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi'', il Comitato di redazione del Tg1 chiede di voltare pagina.
''Il giudice ha riconosciuto che la rimozione della collega dall'incarico - sostiene ancora il Cdr - è stata attuata per motivi di discriminazione politica a seguito della sua opposizione alla linea editoriale del direttore. L'ordinanza è esecutiva e deve essere rispettata. Il comitato di redazione nell'esprimere soddisfazione per la collega che si vede riconosciuti i suoi diritti, trova nell'ordinanza del giudice la conferma di quanto per mesi ha sostenuto con la direzione e l'azienda: la strada maestra è quella del confronto. Le decisioni unilaterali portano solo all'intervento dei giudici.Adesso - conclude la rappresentanza sindacale - chiediamo che siano restituiti ruoli professionali agli altri colleghi anch'essi rimossi unilateralmente dalle proprie funzioni e che si volti pagina anche per tutti i giornalisti della testata che sono emarginati e sottoutilizzati''. (ANSA)

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