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Fnsi 21 Mag 2004

Stati generali dell'Informazione e della Cultura a Gubbio Approvato un appello per la libertà d'informazione ai candidati alle Europee Vita: "La Carta è un Importante punto di riferimento"

Stati generali dell'Informazione e della Cultura a GubbioApprovato un appello per la libertà d'informazione ai candidati alle EuropeeVita: "La Carta è un Importante punto di riferimento"

Stati generali dell'Informazione e della Cultura a Gubbio
Approvato un appello per la libertà d'informazione ai candidati alle Europee
Vita: "La Carta è un Importante punto di riferimento"

L’Assemblea degli Stati Generali dell’informazione e la cultura, riunita a Gubbio in un seminario nazionale, ha approvato all’unanimità un appello a tutti i candidati al Parlamento Europeo ad affermare i principi della libertà dell’informazione, della ricerca, della comunicazione della espressione culturale. La “Carta di Gubbio” intende quindi manifestare “diritti civili insopprimibili per tutti i cittadini dell’unione Europea”, diritti che “non possono conoscere alcuna forma di limitazione per, pena la lesione delle Costituzioni nazionali, dello stato di diritto, dell’articolo 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’unione europea di Nizza, ma anche della stessa libertà dei mercati e della circolazione dei servizi”. La “Carta di Gubbio”, presentata dalle relazioni dei Segretari Generali della SLC CGIL, Fulvio Fammoni, e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi e dal portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, bandisce ogni forma di censura, di propaganda, di limitazione delle libertà di espressione e di informazione e fa riferimento, in questo senso, alla risoluzione approvata il 22 aprile scorso dal Parlamento Europeo sui rischi che si corrono nell’UE e particolarmente in Italia, nell’attuale fase di campagna elettorale contrassegnata da un deficit di par condicio. In particolare, il documento riafferma la necessità di separare “il potere economico e mediatico da quello politico, a salvaguardia della democrazia”, superando il conflitto di interessi e chiedendo alla commissione europea una direttiva sulla proprietà dei media. La “Carta di Gubbio” si sofferma inoltre sulla necessità di difendere i servizi pubblici radiotelevisivi, garantendone l’autonomia dell’informazione e la produzione europea dei contenuti. Ciò vuol dire, in Italia, realizzare una Rai che affermi la propria vocazione al servizio dei cittadini, fuori da ogni logica di controllo da parte dell’esecutivo e delle forze politiche. Il documento rivendica inoltre politiche industriali di sviluppo che rafforzino il pluralismo dei soggetti, l’equilibrio nella distribuzione delle risorse pubblicitarie e una efficace azione di difesa dell’occupazione e del lavoro. Il documento sottolinea la centralità dell’editoria e di ogni forma di diffusione plurale della stampa quotidiana e periodica, riaffermando l’esigenza di difendere l’indipendenza di tutti i giornali, in Italia e in Europa, contro ogni tentativo di condizionamento e di pressione. La “Carta di Gubbio” intende creare le condizioni per tutelare posizioni liberali in tema di copyright, di diritto d’autore e, soprattutto, di sviluppo del web e delle potenzialità di libertà e di conoscenza della rete. In questo senso il documento, nella sostanza prende le distanze dalla legge Gasparri sulla comunicazione, dalle ipotesi legislative sulla cultura, dal decreto Urbani sui siti e portali internet. A questo proposito, nel corso del Seminario, Citto Maselli, a nome di oltre venti organizzazioni della cultura italiana, ha proposto la realizzazione in autunno gli Stati Generali della Cultura, una iniziativa realizzata in stretto raccordo e in alleanza con il Comitato per il diritto e la libertà dell’informazione, i cui aderenti si sono impegnati a parteciparvi. L’azione del Comitato proseguirà nei prossimi mesi per sostenere i ricorsi alle Supreme Corti, italiana e europea, contro la legge Gasparri. Lunedì 31 maggio il Comitato ospiterà a Roma una conferenza all’Associazione della Stampa Estera con la partecipazione del Presidente del Gruppo del PSE e di altre rappresentanti di altri gruppi parlamentari al Parlamento Europeo per sostenere i principi della “Carta di Gubbio”. MESSAGGI E INTERVENTI ESTERNI AL SEMINARIO NAZIONALE DI GUBBIO “La libertà d’informazione è una battaglia liberale. Questo nella sostanza il messaggio di Mario Segni al Seminario nazionale del Comitato per la libertà e il diritto all’informazione: “Ringrazio per l’invito a partecipare gli Stati Generali dell’Informazione, ma purtroppo impegni elettorali mi impediscono di prendere parte al vostro incontro come avrei desiderato. Mi dispiace molto, perché come tutti sanno la battaglia per il pluralismo dell’informazione è da sempre una campagna che porto avanti, in quanto madre di tutte le garanzie. L’informazione drogata è la grande anomalia italiana; abbiamo un semimonopolio che impera nel nostro Paese, una televisione monocorde che disinforma i nostri cittadini. Mi sono rivolto più volte al nostro Presidente della Repubblica in nome dei valori che lui rappresenta e delle cose che ha detto tante volte, - continua Segni – per porre termine a un’informazione drogata e sempre più controllata da una sola voce”. “Spero però di non essere l’unico “non di sinistra” a fare queste battaglie, in quanto ritengo che – conclude Segni – la libertà d’informazione non è di sinistra né di destra, ma è una battaglia liberale e basta. Auguro a tutti voi un buon lavoro”. Al Seminario è intervenuto il Segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, affermando che il problema non è “il caso Berlusconi” ma “il caso Italia”. “Voglio innanzitutto ringraziare Paolo Serventi Longhi per la sua positiva reazione alle nostre recenti denunce. Voglio dire, su questo, che non si tratta di difendere i diritti di un soggetto politico (in questo caso dei Radicali), ma quelli del 100% dei cittadini. Più complessivamente, occorre chiarire che un “caso Berlusconi “, ha sostenuto Capezzone, esiste e va risolto, ma è solo un capitolo (l’ultimo, e in buona misura scritto proprio dagli avversari di Berlusconi) del più grande “caso Italia”. I guai con cui dobbiamo misurarci non hanno 5, ma 30 anni di età, ed è bene esserne consapevoli. Come fa Lilli Gruber a dire che oggi c’è il “pensiero unico “ al Tg1? E ieri? E 10 anni fa? E 5 anni fa? Per tanti anni c’è stato anche il “pensiero unico Gruber”, ed è bene non nasconderselo ipocritamente. C’è poi un’urgenza relativa a questa campagna elettorale. Come troppe altre volte, le regole approvate dalla Commissione di Vigilanza sono già state stralciate e stravolte. Dagli orari di messa in onda delle trasmissioni al principio del contraddittorio, nulla di ciò che era stato previsto viene rispettato che si fa? Accettiamo che anche questa campagna elettorale sia alterata?”. Franco Giordano Capo gruppo alla Camera per il Partito della Rifondazione Comunista, intervenuto anche lui al Seminario Nazionale di Gubbio ha sostenuto che pur essendo quasi nella totalità d’accordo con Daniele Capezzone, su una cosa dissente profondamente: dire che il sistema dell’informazione è stato sempre uguale nel tempo non ha senso. E’ parziale questa posizione perché il problema Berlusconi è un nodo drammatico per il nostro Paese e un pericoloso modello di esportazione che è ben delineato anche nella “Carta di Gubbio“ che oggi avete approvato. Il problema vero è il conflitto di interessi. Un tema dirimente, anche in relazione ad un nuovo possibile ed auspicabile governo diverso dall’attuale, è quello della separazione tra il potere politico e il potere economico-mediatico. Mi sembra, quindi, giusto sottolineare la validità della “Carta di Gubbio”, della quale condivido tutti i passaggi. In particolare perché sottolinea la difficoltà di molti settori del mondo politico anche moderata di fronte ad una politica liberistica senza freni che diventa, a mio avviso, fonte di illiberalità”. Messaggi di solidarietà e di coincidenza di posizioni sono giunti dall’Avvocato Francesco Paola dell’Italia dei Valori della lista Di Pietro-Occhetto e da parte di Paolo Gentiloni, responsabile Informazione della Margherita”. Per Vincenzo Vita, assessore alla Cultura della Provincia di Roma, ''la Carta di Gubbio e' un punto di riferimento di grande importanza ed e' importante che anche le autonomie locali partecipino attivamente al confronto sui temi essenziali per un progetto comune per la liberta' della cultura e dell'informazione''. ''L'autonomia, l'indipendenza e la valorizzazione delle politiche pubbliche - sottolinea l'ex sottosegretario alle Comunicazioni in una nota - sono criteri sui quali fare leva per aprire una nuova stagione sui campi dei media, l'audiovisivo, l'editoria e il cinema''. (ANSA).

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