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Fnsi 10 Dic 2004

Siria: un giornalista arrestato e un altro reporter sospeso dal lavoro

Siria: un giornalista arrestato e un altro reporter sospeso dal lavoro

Siria: un giornalista arrestato e un altro reporter sospeso dal lavoro

L'ultimo attacco alla libertà di stampa in Siria risale al 2 dicembre scorso quando Taha Hamid, giornalista trentasettenne siriano-curdo, è stato arrestato a Kamishli, una città lungo il confine nord-orientale, mentre rientrava dalla Turchia. Secondo l'avvocato Anwar al-Bunni il giornalista sarebbe stato trattenuto in una prigione di Damasco fino al 5 dicembre. Hamid, uno studente di giornalismo dell'università di Damasco, scriveva regolarmente articoli sulla politica e sulla cultura per siti curdi, in particolar modo per il sito http://www.amude.com Hamid si trovava in Turchia in seguito agli scontri del marzo scorso tra i curdi, le tribù arabe e le forze di sicurezza siriane durante i quali sembra che molte persone siano rimaste uccise (la notizia non è stata ancora confermata a causa del regime che si è istaurato). Un altro giornalista siriano, Luai Hussein, che aveva scritto per la stampa libanese alcuni articoli sulla corruzione, è stato sospeso dal Ministro degli Interni. Il 21 Novembre due membri della polizia segreta siriana (la "mukhabarat") hanno fatto irruzione nella casa di Hussein, a Lattakia, consegnando al giornalista l'ordine del Ministro che lo avrebbe obbligato a non scrivere più articoli. Hussein si è però rifiutato di firmare l'ordine. In un intervista telefonica il reporter avrebbe dichiarato a RSF di voler continuare a scrivere per i quotidiani libanesi, tra cui "An-Nahar" e "As-Safir", e che la sospensione sarebbe stata scatenata da un articolo pubblicato a settembre sul "An-Nahar" sul "problema" di avere un passaporto siriano. RSF ha anche segnalato il caso di Massud Hamid, uno studente universitario ventinovenne che è stato in carcere per 16 mesi. Il 10 ottobre scorso la Corte per la Sicurezza Nazionale lo aveva condannato a 3 anni di reclusione per aver "aderito ad un'associazione segreta" e "aver sostenuto il trasferimento di parte del popolo in un altro paese". Hamid è stato arrestato il 24 luglio 2003 all'università di Damasco, un mese dopo che nel sito http://www.amude.com erano apparse alcune fotografie di una manifestazione pacifica che si era svolta davanti all'ufficio dell'UNICEF di Damasco. Il giornalista sarebbe stato portato nel carcere di Adra, vicino alla capitale, dove sarebbe stato anche torturato. Il Comitato Siriano per la Liberazione dei Prigionieri Politici si era attivato chiedendo il suo immediato rilascio insieme a quello di altri 400 prigionieri politici e 200 curdi arrestati dal marzo dello stesso anno. L'evento più importante della campagna era stato il sit-in organizzato davanti a Damasco in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti Umani. L'avvocato del Comitato, al-Bunni, aveva condannato i media siriani perchè al contrario di alcune emittenti arabe e occidentali, nessun mezzo d'informazione siriano aveva partecipato alla conferenza stampa indetta il 18 novembre. "Non sono sorpreso dal fatto che i media siriani siano degli schiavi obbedienti", aveva dichiarato al-Bunni. "È un regime che controlla i mezzi d'informazione e i giornalisti sono degli schiavi civili, più preoccupati ad essere pagati che a cercare la verità. Sanno che chiunque faccia un passo di troppo farà la fine di 'Addomari', un quotidiano che è stato costretto a chiudere e che non ha ancora ottenuto il permesso di tornare in stampa". Il Comitato è composto da 5 ex prigioni politici: - Al-Bunni, arrestato a damasco nel 2001 e detenuto per tre anni; - Imad Shi'ha, rilasciato pochi mesi fa dopo 30 anni di carcere, - Hassiba Abdrahman, una novellista rimasta in carcere per 7 anni; - Yassin Haj Saleh, uno scrittore e giornalista che è stato detenuto per 16 anni; - Kamal Labwani, un dottore arrestato nella primavera del 2001 che, rimasto in carcere per 3 anni, è stato rilasciato nel settembre del 2004. La petizione del Comitato Siriano per la Liberazione dei Prigionieri Politici può essere firmata sul sito: http://www.togetherforsyria.org (traduzione di Paola Melani per Informazione Senza Frontiere) sito web: www.italian.it/isf

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