CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 03 Lug 2008

Siddi: “Pronti a scendere in piazza contro il ricorso a un decreto legge per imbavagliare i giornalisti” La Cgil: “Condividiamo le preoccupazioni della Fnsi”

L'ipotesi avanzata dal premier Silvio Berlusconi, di intervenire per decreto sulle intercettazioni, fa inasprire la posizione della Federazione nazionale della stampa italiana che minaccia di scendere in piazza. E attorno al sindacato nazionale dei giornalisti fanno cerchio magistrati, gli editori e anche i consumatori, cosi' come è emerso dal dibattito 'Etica e diritto di cronaca. No alle censure!', organizzato dalla Fnsi cui hanno partecipato, oltre al segretario della Federazione, Franco Siddi, anche il Presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, e il ministro della Giustizia del governo-ombra, Lanfranco Tenaglia.

L'ipotesi avanzata dal premier Silvio Berlusconi, di intervenire per decreto sulle intercettazioni, fa inasprire la posizione della Federazione nazionale della stampa italiana che minaccia di scendere in piazza. E attorno al sindacato nazionale dei giornalisti fanno cerchio magistrati, gli editori e anche i consumatori, cosi' come è emerso dal dibattito 'Etica e diritto di cronaca. No alle censure!', organizzato dalla Fnsi cui hanno partecipato, oltre al segretario della Federazione, Franco Siddi, anche il Presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, e il ministro della Giustizia del governo-ombra, Lanfranco Tenaglia.

''Se ci sarà un decreto sulle intercettazioni scenderemo in piazza - avverte Siddi -. Il decreto è illiberale: lo pensavamo con Mastella, lo pensiamo con Alfano''. Ma, in attesa di capire le mosse del governo, il sindacato pensa ad altre forme di protesta. ''La prima - dice Siddi - è sicuramente quella di informare di più, cosa che stiamo già facendo; poi dobbiamo prevedere nei giornali delle pagine a scacchiera: da una parte, cioè, l'informazione piena, cosi' com'è ora, dall'altra quella messa in prigione con il decreto legge. Non ultima - aggiunge - anche la possibilità di andare nelle piazze ad informare i cittadini su quello che sta accadendo''. Per la tutela della privacy, poi, Siddi pensa ad un Giuri' presso il Garante: ''Deve includere sia esponenti dell'Ordine dei giornalisti che della società civile, ed entro tre giorni deve pronunciarsi sulle violazioni della privacy''. La limitazione delle intercettazioni preoccupa anche i magistrati e gli editori. ''Bisogna trovare un punto di equilibrio - dice Luca Palamara, presidente dell'Anm - le intercettazioni come strumento investigativo vanno difese. Si possono pensare a correttivi come le udienze filtro in cui si decida le telefonate utili al processo e quelle penalmente irrilevanti''. Per il direttore della Fieg, Alessandro Brignone ''c'è allarme''. ''Siamo preoccupati - dice - anche per il sistema sanzionatorio che potrebbe mettere in ginocchio persino le imprese più sane. Bisogna far capire al governo che gli è scappata la penna''. Dalla maggioranza, intanto, sembra ci sia una sostanziale convergenza sulla proposta di Berlusconi. ''Puo darsi che dal disegno di legge venga separata la parte relativa alla privacy e messa in un decreto - anticipa il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, con riferimento ai contenuti delle intercettazioni che non hanno rilevanza penale -. Garantisco, però - aggiunge - che al di là dello strumento utilizzato, ci sarà massima interlocuzione". (ANSA) ''Condivido per intero le preoccupazioni per la libertà d'informazione e per i rischi che mi sembra stia correndo l'equilibrio dei sistemi di contrappesi tra i poteri che la nostra Costituzione prevede e regola''. E' il messaggio inviato dal segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, al segretario generale e al presidente della Fnsi. ''L'attacco del governo alla magistratura e al diritto di cronaca - avverte il dirigente sindacale - rischia di determinare un corto circuito dalle conseguenze negative per la società italiana, attraversata da forti tensioni sociali ed economiche. Le parole del premier sono da questo punto di vista inaccettabili - continua -: mai come oggi il Paese ha bisogno di trasparenza e di una informazione completa e corretta, per esempio sulle violazioni dei diritti e delle tutele e sul dramma quotidiano della insicurezza del lavoro''. Quanto alla norma del provvedimento sulle intercettazioni che mira a inibire l'informazione sugli atti di condanna almeno fino all'udienza preliminare, Fammoni osserva: ''Lungi dall'ottenere lo scopo di difendere la privacy dei cittadini, diritto che deve correttamente e sostanzialmente essere difeso, impedisce fra l'altro l'informazione su una gran parte delle inchieste giudiziarie e, nello stesso tempo, condiziona i cronisti che fanno legittimamente il mestiere di informare''. I giornalisti, aggiunge, ''hanno dimostrato, con i codici deontologici e la carta di Treviso, di volersi assumere le loro responsabilità nei confronti dei cittadini ed in particolare dei soggetti più deboli. Possono farlo ancora di più, ma invece di richiedere che il sistema di autodisciplina sia reso più efficace una parte del potere politico vuole impedire ai giornalisti di fare il loro mestiere''. Per questo, conclude Fammoni, ''la Cgil sostiene le iniziative che le organizzazioni rappresentative della categoria intendono intraprendere per difendere la libertà di stampa''. (ANSA) INTERCETTAZIONI: MURA (IDV), PER DL NON C'E' NECESSITÀ E URGENZA ''A quale condizioni di necessità e urgenza fa riferimento il presidente del Consiglio quando ipotizza di adottare un decreto legge per bloccare le intercettazioni?''. Lo chiede Silvana Mura (Idv), secondo la quale ''certamente Berlusconi non fa riferimento agli interessi generali del Paese, visto che il tema delle intercettazioni è stato già definito annoso, quindi non urgente dal capo dello Stato''. ''Sarebbe assai grave e certamente inaccettabile - dice la parlamentare dell'Italia dei valori - se il governo varasse l'ennesimo decreto, che bloccherebbe immediatamente centinaia di inchieste per reati molto gravi, privando la magistratura di uno strumento d'indagine prezioso, sulla base di motivazioni assolutamente inconsistenti o, peggio, sulla base di bassi e volgari gossip''. ''Se Berlusconi si riferisce ad una necessità ed urgenza che riguardano solo lui e, forse qualche altra persona - conclude Silvana Mura - tali motivazioni non sono ammissibili per ricorrere ad uno strumento eccezionale come il decreto legge''. (ANSA) INTERCETTAZIONI:BOCCHINO (PDL), NO USO CONVERSAZIONI PRIVATE ''Quanto accaduto in questi giorni certamente costituisce quei requisiti di necessità ed urgenza che potrebbero indurre il governo a varare un decreto legge sulle intercettazioni''. Lo afferma Italo Bocchino, presidente vicario dei deputati del Pdl. ''Il tentativo di utilizzare conversazioni private senza alcuna rilevanza penale, al solo fine di screditare chi rappresenta le Istituzioni in Italia e all'estero, è un comportamento censurabile dal punto di vista sia penale che in riferimento all'interesse nazionale'', conclude. (ANSA) INTERCETTAZIONI: SGOBIO, BAVAGLIO GOVERNO A STAMPA-MAGISTRATI ''Su intercettazioni e Csm, in tutta fretta, il governo annuncia fuoco e fiamme, giocando un gioco sporco e contrario ai principi costituzionali: vogliono imbavagliare giornalisti, stampa e magistratura''. Lo afferma Pino Sgobio, della segreteria del Pdci. ''Di fronte ad un'opposizione blanda, ora più che mai c'è bisogno di una presa di coscienza forte e determinata: chi ha cuore la democrazia costituzionale del nostro Paese alzi la voce e si facia sentire'', conclude. (ANSA) INTERCETTAZIONI: GASPARRI, OK DECRETO MA VERIFICARE TEMPI ''I requisiti di necessità ed urgenza per fare il decreto sulle intercettazioni ci sono tutti. Ma va verificata la possibilità di convertirlo in legge in tempi utili''. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, arriva a Parigi per la riunione dei capi gruppo del Ppe dei 27 Paesi dell'Ue e commenta l'ipotesi avanzata ieri dal premier Silvio Berlusconi di intervenire per decreto sulle intercettazioni. ''Siamo di fronte ad uno stillicidio di pubblicazioni improprie, inutili, penalmente irrilevanti - afferma il presidente dei senatori del Pdl -. Tutto ciò senza rispettare le norme vigenti, che non consentono neppure le intercettazioni indirette o il loro uso, quando è coinvolto un parlamentare''. ''Bisogna evitare - aggiunge Gasparri - la moltiplicazione di paginate che sono appetibili sul piano del gossip ma sono immondizia dal punto di vista legale''. Gasparri esprime dubbi sui tempi di traduzione in legge di un eventuale decreto. ''Se anche il decreto fosse varato in consiglio dei Ministro venerdì 4 luglio - osserva - scadrebbe il 4 settembre. Noi possiamo anche tenere aperto il Parlamento per tutto agosto, ma ci sono molti altri provvedimenti che ci porteranno a lavorare fino al 6 o al 7 del mese: Dpef, manovra, decreto sicurezza, rifiuti, mille proroghe''. ''Bisogna perciò capire se un decreto a morire - conclude il capo gruppo del Pdl a Palazzo Madama - lascerebbe spazio poi ad un disegno di legge, che tra l'altro è già in Parlamento. Una soluzione va comunque trovata, perché non si può assistere a questo. Sono questioni che non hanno senso rispetto alla vita dei cittadini''. (ANSA) INTERCETTAZIONI: FINOCCHIARO, QUESTIONE SERIA NO A DECRETO "La questione delle intercettazioni è troppo seria perché, a causa della fretta di qualcuno, si possa affrontare in modo superficiale". È quanto sostiene Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo PD al Senato. "Abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a discutere della questione perché riteniamo che la materia vada assolutamente regolata: è necessario garantire l'autonomia delle indagini della magistratura, tutelare la riservatezza delle persone e rispettare la libertà di stampa. Questi sono i criteri a cui si ispira il testo di legge che il PD, anche al Senato, sta predisponendo". "Non capiamo davvero - continua la Finocchiaro - visti anche i calendari parlamentari che prevedono la discussione di provvedimenti importanti come la manovra finanziaria e il DDL sulla sicurezza, le ragioni che spingono la maggioranza ad annunciare la presentazione di un Dl sul tema delle intercettazioni. Non ci sono motivazioni oggettive che spingono al decreto: le motivazioni personali di qualcuno - conclude la Presidente del gruppo PD - non rientrano tra le condizioni di necessità ed urgenza". (AGI) INTERCETTAZIONI: PIONATI(UDC), DL È STRUMENTO MENO ADEGUATO ''Le intercettazioni vanno sicuramente regolamentate e, in Parlamento, c'è una larghissima volontà. L'Udc è pronto a fare la propria parte''. È quanto afferma Francesco Pionati, portavoce nazionale dell'Udc. ''Quello del decreto - spiega Pionati - ci sembra però lo strumento meno adeguato e meno adatto per raggiungere l'obiettivo''. (ANSA) INTERCETTAZIONI: LEGA CAUTA SU DL, BERLUSCONI MOTIVI SUE RAGIONI La Lega conferma le sue perplessità sul ricorso al decreto legge in materia di intercettazioni telefoniche. E lo ribadisce per bocca del suo capogruppo alla Camera, Roberto Cota, che rinvia la palla al premier Silvio Berlusconi: ''Una decisione in merito spetta al governo. Sarà il presidente del Consiglio Berlusconi a spiegare le sue ragioni in Cdm. Il ricorso a undl? I nostri ministri faranno le loro valutazioni. Aspettiamo di vedere cosa il governo deciderà prima di fare commenti. Il calendario della Camera -avverte l'esponente del Carroccio- è molto fitto: questo è un dato oggettivo. Però, il Parlamento è fatto per lavorare, non certo per stare fermo''. (ADNKRONOS) INTERCETTAZIONI: ALFANO, URGENZA DL SOTTO OCCHI DI TUTTI ''La necessità e l'urgenza, specie dopo le ultime intercettazioni, credo che siano sotto gli occhi di tutti'': lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rispondendo ai cronisti al termine dell'audizione in Commissione Giustizia al Senato. La risposta del ministro è un primo sostanziale via libera al decreto legge per riformare le norme sulle intercettazioni. Per Alfano, l'unico dubbio riguarda il rischio di decadenza del decreto dal momento che le Camere rischiano un ''ingorgo'' dei propri lavori nel mese di luglio. ''Bisognerà valutare - ha spiegato il ministro - e lo faremo nelle prossime ore, anche la praticabilità parlamentare in vista della gestione dei tempi per la pausa estiva''. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati