“La manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil di oggi al Nuraghe Losa è di stringente e straordinario valore nazionale. Una lezione. Lo è per il carattere unitario dell’iniziativa del mondo del lavoro sardo e per i motivi che muovono migliaia di persone a lottare e a reclamare, anche in piena estate, interventi seri e concreti per combattere la disperazione del lavoro che non c’è, del precariato che colpisce tutte le categorie e oggi soprattutto quelle del lavoro intellettuale (giornalisti compresi, impegnati in battaglie di frontiera), dell’assenza di una politica di vantaggio per superare le diseconomie dell’insularità, già riconosciuta dall’Unione Europea e scippata a vantaggio di aree forti per ricchezza e potenza mediatica.
Oggi, perciò, i media, tutti, a partire dal servizio pubblico radiotelevisivo nazionale, hanno una grande responsabilità nel volgere o meno l’attenzione a questa realtà, qui denunciata e evidenziata con dignità e chiarezza. Purtroppo è probabile che, come da anni capita per l’agenda della politica nazionale, anche quella dei media d’interesse nazionale, tra oggi e domani, inserisca solo qualche cronaca dagli angoli delle vacanze dorate o qualche nota del riposo sardo del presidente del Consiglio dei ministri sbarcato stamani a Olbia, come siamo già stati puntualmente informati, per un week end (incontestabile, per carità) di risposo.
Il sindacato dei giornalisti (Assostampa sarda e Fnsi) è oggi accanto e insieme ai sindacati confederali, sia perché si sente con essi fortemente unitario quando c’è da mettere in primo piano il lavoro e la sua dignità, sia per ribadire l’importanza dell’ascolto e della partecipazione sociale anche pieno recupero dei valori della libertà e del pluralismo dell’informazione quale motore di conoscenza diffusa, di confronto, di coesione: più spazio ai fatti che contano per la vita delle persone e per la tenuta civile delle comunità, contrasto alle infiltrazioni, ma anche alle tendenze, che mortificano il circuito dell’informazione, quando esso è spinto o guidato scientificamente a dipingere un Paese senza i fatti e i problemi contano. I giornali (oggi anche due nuove testate). le radio e le televisioni della Sardegna sicuramente sono qui e tengono il raccordo con il loro bacino di pubblico, con pluralità di attenzioni e di punti di vista.
Ma dalla manifestazione unitaria dei lavoratori sardi sale un segnale forte e di interesse nazionale per tutti: dei fabbricanti di illusioni, che stanno in molti luoghi del potere che decide (non solo la politica) non se ne può e se chi deve non ne prenderà presto atto, più prima che poi, si troverà - ciascuno per la sua parte di responsabilità - a fare i conti con calcoli che non torneranno più”.