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Osservatorio sui media 29 Lug 2011

Siddi: “Il rapporto Svimez evidenzia la criticità del Sud Anche alcune eccellenze di ieri oggi sono abbandonate”

“Il rapporto Svimez sulla declinante condizione del meridione in Italia consente di fare giustizia di alcune ovvietà modaiole, non rispondenti alla realtà e, purtroppo, chiama ad alcune riflessioni amare per tutti, anche per il mondo dell’informazione, nel suo complesso, troppo spesso travolto dalle scansioni di una politica che, lungi dall’affrontare i problemi veri, tende a legittimarsi nella competizione di una chiacchiera fatta di parole d’ordine capaci di “vendere” come generali, interessi, ambizioni, molto particolari.

“Il rapporto Svimez sulla declinante condizione del meridione in Italia consente di fare giustizia di alcune ovvietà modaiole, non rispondenti alla realtà e, purtroppo, chiama ad alcune riflessioni amare per tutti, anche per il mondo dell’informazione, nel suo complesso, troppo spesso travolto dalle scansioni di una politica che, lungi dall’affrontare i problemi veri, tende a legittimarsi nella competizione di una chiacchiera fatta di parole d’ordine capaci di “vendere” come generali, interessi, ambizioni, molto particolari.

Il rapporto Svimez evidenzia la criticità delle condizioni del Meridione in termini di occupazione e sviluppo ma allo stesso tempo rende chiaro ciò che solo per pochi è: ci sono eccellenze non trascurabili che hanno solo bisogno di essere conosciute e valorizzate, non mortificate, come appare dalla lettura – per esempio – di alcune scelte che negli anni scorsi hanno premiato la Sardegna, oggi di nuovo abbandonata – lo dico forte anche da sardo - in una svantaggiosa condizione di insularità che lo Stato sta trattando quasi come una colpa. Al sud l’informazione e il suo sistema industriale e – di conseguenza – l’occupazione qualificata e regolare stanno pagando prezzi molto alti alla crisi economica generale ma anche a scelte che disorientano rispetto a soluzioni di sviluppo possibile e di riduzione del gap tra nord e sud. Lo sviluppo ha bisogno di investimenti fatti con fiducia a partire dal superamento del digital divide e dalla promozione di politiche di medio e lungo termine per l’industria culturale e i servizi attivi, per i quali esiste un enorme potenziale umano di alta qualificazione oggi mortificato, come dimostra il dato Svimez di due giovani laureati su tre senza opportunità di lavoro”.

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