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Editoria 18 Ott 2007

Siddi: "Il finanziamento pubblico è utile al pluralismo dell'informazione"

''Il sostegno pubblico per il pluralismo non deve fare scandalo. Il problema e' fare pulizia attraverso un'azione moralizzatrice: non si possono dare soldi a cooperative finte, a giornali che si dichiarano di partito e invece non lo sono, a editori che fanno cassa con i denari pubblici e violano le norme del lavoro''. Lo ha sottolineato Franco Siddi, presidente della Federazione della stampa, alla presentazione del libro La casta dei giornali di Beppe Lopez

''Il sostegno pubblico per il pluralismo non deve fare scandalo. Il problema e' fare pulizia attraverso un'azione moralizzatrice: non si possono dare soldi a cooperative finte, a giornali che si dichiarano di partito e invece non lo sono, a editori che fanno cassa con i denari pubblici e violano le norme del lavoro''. Lo ha sottolineato Franco Siddi, presidente della Federazione della stampa, alla presentazione del libro La casta dei giornali di Beppe Lopez

Siddi ha ricordato che ''il pluralismo dell'informazione e' un bene immateriale, essenziale per il corretto svolgimento della vita democratica. Non e' un puro affare di mercato nel quale a piacimento i poteri potenti (finanziari, politici, industriali ecc.) possono fare dell'informazione cio' che vogliono secondo i loro interessi''. ''In questi giorni - ha proseguito - si parla tanto dei giornali di partito. Sono giornali di idee e devono avere le condizioni per esistere e operare. Per taluni, i contributi non devono entrare nel finanziamento pubblico dell'editoria ma tra i costi della politica. Si puo' scegliere anche questa strada se fatta con trasparenza e garanzia di quali siano le risorse destinate ai veri giornali di partito. Il rumore sulle caste non deve far perdere di vista il merito delle cose, soprattutto se non vogliamo che la politica la possano fare solo i ricchi o quanti abbiano raggiunto il controllo di centri del potere''. (ANSA) Alle inchieste sulla casta e sui costi della politica sfugge ''lo scandalo'' del finanziamento pubblico ai giornali, che determina una distorsione del mercato editoriale e una manipolazione della libera circolazione delle idee: e' la tesi sostenuta da Beppe Lopez nel libro 'La casta dei giornali' (Stampa Alternativa-Rai Eri), in vendita da ieri e presentato a Roma, nella sede della Federazione della stampa, alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria Ricardo Franco Levi. L'inchiesta intende far luce sul flusso di soldi pubblici ''che - ha detto Lopez - ha assunto dimensioni mostruose e naviga ormai verso i mille milioni di euro all'anno'', fra ''sprechi, truffe, clientele e privilegi'', e ''in grandissima misura e' indirizzato verso i grandi gruppi editoriali e le grandi testate, rafforzando la milanocentricita' e la romanocentricita' del sistema dell'informazione''. ''Quello che scandalizza - ha sottolineato Marcelle Padovani, corrispondente del Nouvel Observateur - non e' il fatto che lo Stato aiuti i giornali, bensi' la mancanza di trasparenza, la legalizzazione della furbizia, coperta da una sorta di complotto del silenzio''. Il finanziamento pubblico alla stampa, secondo l'esperto di comunicazione Carlo Freccero, ''non si limita ad alterare le leggi del mercato editoriale, ma si somma agli innumerevoli intrecci della casta politica, creando una sorta di peccato originale che impedisce ai giornali di far luce su questo meccanismo. E' una nuova forma di conflitto di interesse: i giornali non indagano sulla casta politica da cui dipendono i finanziamenti''. Se il finanziamento, tuttavia, venisse abolito, ''in un Paese in piena crisi di valori - ha aggiunto Freccero - resterebbero solo il gossip, la cronaca nera, la spazzatura. Va trovato un equilibrio''. Dal 'banco degli imputati', Levi ha ricordato che ''in Italia c'e' gia' la massima trasparenza sul finanziamento pubblico ai giornali: gli ultimi dati completi, relativi al 2005, sono sul sito del Dipartimento per l'editoria''. Il sottosegretario ha difeso il tentativo del governo, con il ddl approvato in via definitiva venerdi' scorso dal consiglio dei ministri, di ''varare una riforma organica del settore, tutelando il sostegno pubblico alla stampa ma rendendolo ma rendendo piu' stringenti i meccanismi di accesso''. (ANSA)

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