“Beppe Grillo, fustigatore implacabile del malcostume politico, ha preso dai politici uno dei vizi peggiori: quello della dichiarazione ad effetto, della balla gridata per strappare un titolo. Dire che i giornalisti veri in Italia siano una ventina è semplicemente una stupidaggine, legata ad una logica dei “nomi noti” della quale anche Grillo è vittima. Non serve spararla cosi grossa per richiamare l’attenzione sui problemi veri e gravi dell’informazione.
Ci sono leggi da ottenere: il conflitto di interessi, la riforma dell’emittenza e della Rai, la riforma dell’Ordine, la riforma dell’Editoria per rivedere un sistema delle provvidenze per troppi aspetti scandaloso. Se Grillo sa anche ascoltare, scoprirà che tanti giornalisti italiani e le loro rappresentanze stanno chiedendo da anni queste regole alla politica e alle istituzioni, denunciando i pesantissimi ritardi del centrodestra ieri e del centrosinistra oggi. E non abbiamo nessuna voglia di aspettare il 25 aprile per ottenere dal Governo e dal Parlamento risposte da troppo tempo dovute. Se Grillo è interessato davvero a questi obiettivi, e non soltanto ad uno show di successo, si può fare persino un tratto di strada insieme”.