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Editoria 24 Mag 2013

Siddi: bene tenere lontane le banche dalla informazione Ma riscrivere le regole con lo statuto d'impresa editoriale

''Non si può non essere d'accordo con il principio che le banche debbano stare fuori dai giornali e anche da altri beni di interesse pubblico, almeno per quanto riguarda le possibili forme di controllo e gestione. È una nostra tesi storica: ma dobbiamo fare i conti con il mondo reale e con le esigenze che i giornali non siano ridimensionati o spenti per crisi finanziaria o altri errori''. È il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, a commentare così le parole del consigliere delegato di Intesa Sp, Enrico Cucchiani, che a proposito di Rcs ha ricordato le parole di Guido Carli, 'le banche non devono occuparsi di editoria'.

''Non si può non essere d'accordo con il principio che le banche debbano stare fuori dai giornali e anche da altri beni di interesse pubblico, almeno per quanto riguarda le possibili forme di controllo e gestione. È una nostra tesi storica: ma dobbiamo fare i conti con il mondo reale e con le esigenze che i giornali non siano ridimensionati o spenti per crisi finanziaria o altri errori''. È il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, a commentare così le parole del consigliere delegato di Intesa Sp, Enrico Cucchiani, che a proposito di Rcs ha ricordato le parole di Guido Carli, 'le banche non devono occuparsi di editoria'.

''È evidente - sottolinea Siddi - che nella situazione attuale, senza un apporto delle banche, nel caso specifico della Rcs in cui si combinano effetti pesanti della crisi economica e risultati negativi di una gestione di gruppo, il mantenimento dell'attività a livelli adeguati e soddisfacenti sarebbe messo in grave discussione''.
A giudizio del segretario generale della Federazione della stampa ''un mondo nuovo va costruito, serve una nuova imprenditorialità editoriale specifica e - prosegue Siddi - servono imprenditori disponibili a considerare l'investimento nell'impresa editoriale sapendo che questo è un settore che per qualche tempo non produrrà grandi margini di business. In linea di principio e di concretezza invece il problema dei conflitti di interesse, quali sono quelli possibili delle banche in funzione decisionale nei giornali, vanno risolti in radice: è arrivato il tempo di considerare uno statuto dell'impresa editoriale che tenga ben separati gli interessi altri di qualsiasi azionista o imprenditore dei media dagli scopi di un'azienda editoriale che deve garantire la fruizione di un bene pubblico come l'informazione'', conclude Siddi. (ROMA, 24 MAGGIO - ADNKRONOS)

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