Con un emendamento alla legge finanziaria regionale, la Regione Sicilia vuole cancellare l’accesso per concorso e l’applicazione del contratto di lavoro giornalistico all’ufficio stampa dell’ente. Protesta l’Assostampa: «Un arretramento, dopo anni di battaglie, che non possiamo accettare». La scelta dei redattori sarebbe appannaggio del presidente, scardinando l’impianto normativo finora in vigore nella pubblica amministrazione.
«Un arretramento, dopo anni di battaglie, che non possiamo
accettare». Così l’Associazione siciliana della stampa commenta la proposta di
intervento sulla legge degli uffici stampa presentata dal governo regionale
nella legge finanziaria in discussione in queste ore all’Assemblea Regionale
Siciliana.
«L'ipotesi di “resuscitare” l'ufficio stampa della presidenza della Regione,
azzerato con 23 licenziamenti dal presidente Rosario Crocetta subito dopo il
suo insediamento, attraverso la legge di stabilità regionale crea un grave “vulnus”
alla normativa vigente che prevede l’accesso per concorso e l’applicazione del
contratto nazionale di lavoro giornalistico nella pubblica amministrazione»,
prosegue il sindacato regionale che poi spiega come, prevedendo in finanziaria
regionale di inserire un nuovo comma alla legge del 2002 con la quale
l’ordinamento della Regione Sicilia ha recepito la legge nazionale 150 del 2000
sugli uffici stampa, l’ente locale «propone di fatto un'architettura abrogativa
e alternativa dell'impianto normativo vigente, consentendo al presidente della
Regione la scelta “intuitu personae” dei redattori».
Niente concorso per entrare nell’ufficio stampa della Regione Siciliana,
dunque, ma anche niente contratto di lavoro giornalistico, come invece prevede
la normativa nazionale e l’attuale legge regionale, «un inaccettabile passo
indietro rispetto alla giurisprudenza consolidatasi in questi ultimi anni che
conferma l'applicazione del contratto Fnsi-Fieg per i giornalisti impiegati
nella pubblica amministrazione», commenta il sindacato regionale.
Un quadro, quello delineato dalle nuove norme in discussione all’Assemblea
Regionale Siciliana, che non piace all’Assostampa, la quale, tuttavia,
ribadisce la «disponibilità ad un confronto col governo per il riordino
complessivo dell'intero settore dell'informazione nella pubblica
amministrazione».