Serventi, Siddi e la Cpo della Fnsi sulla nomina di Lucia Annunziata a Presidente della Rai
Serventi Longhi, auguri a Annunziata, compito difficile 13 marzo 2003. ANSA - ''Ho stima e amicizia nei confronti di Lucia Annunziata, alla quale spetta l'arduo compito di verificare le condizioni di una sua presidenza''. Il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi commenta così la nomina di Lucia Annunziata a Presidente della Rai. ''Le faccio quindi molti auguri - prosegue Serventi Longhi - anche se la vicenda di Paolo Mieli e la situazione generale del servizio pubblico, condizionato dal conflitto di interessi, rende davvero difficile per chiunque governare la Rai''. Siddi, autonomia si misurerà da atti nuovo Cda 13 marzo 2003. ANSA - ''La saggezza dei presidenti delle Camere ha recuperato il gap della presenza femminile nel Cda della Rai''. Lo dice il presidente della Fnsi Franco Siddi, commentando l'indicazione di Lucia Annunziata alla presidenza Rai. ''Le soluzioni alle questioni di credibilità e autonomia - continua Siddi - si misureranno dagli atti del Cda e dalle scelte che farà per una gestione complessa, a partire dalla direzione generale. Si chiude subito un brutto episodio, ma urge definire un quadro di garanzie certe per il futuro. Lo statuto dell'autonomia è la prima cosa''. CPO/FNSI su nomina Lucia Annunziata La CPO/Fnsi augura di cuore buon lavoro alla collega Lucia Annunziata, indicata alla presidenza della Rai, esprimendo grande soddisfazione per questo ulteriore passo lungo il difficile cammino italiano verso la realizzazione delle pari opportunità. La battaglia che impegna la Commissione pari opportunità Fnsi anche all'interno del sindacato dei giornalisti, ad esempio con la richiesta di quote elettorali, e' una battaglia di diritti civili che mira alla costruzione di una forte presenza di donne nei ruoli di competenza e di potere. Soltanto la massa critica, infatti, consentirà alle donne di competere ad armi (absit iniuria verbis) pari e di sottrarsi a quei meccanismi di cooptazione e ostaggio culturale che rappresentano una diversa ma immutata versione della loro subalternità civile.