Serventi Longhi replica a Fini che accusa i giornalisti di essere dei raccomandati: Un lungo e duro tirocinio per entrare nella professione”
Non c'è da scandalizzarsi delle raccomandazioni, tanto dopo vanno avanti solo i bravi; e questo vale anche per i giornalisti, categoria dove, però le ''conoscenze'' sono particolarmente importanti. Lo ha detto il vicepremier, Gianfranco Fini, durante la registrazione del 'Maurizio Costanzo show', che sarà trasmesso oggi. Fini è stato interpellato da un giovane che gli ha chiesto se è più importante il merito o la raccomandazione: ''Con la raccomandazione - ha risposto il vicepremier - puoi anche entrare dalla porta giusta, ma se non sei bravo dopo un po' ne esci''. Concetto ribadito più volte con l'osservazione che ''se non si è bravi poi si torna nell'anonimato'', mentre ''se si è bravi prima o poi si ha successo''. Fini ha raccontato che da giovane non sopportava ''l'ipocrisia'' e quindi, se un ragazzo gli chiedesse un consiglio, risponderebbe in questo modo: ''ma delle raccomandazioni non mi scandalizzo'', ha aggiunto, ''anche perché quelli che criticano le raccomandazioni poi vengono da te e ti dicono 'scusi onorevole, non le chiedo granché...''. A questo punto Costanzo ha detto che anche tra i giornalisti vale il merito: ''E' l'esempio meno calzante - ha replicato Fini che è egli stesso giornalista professionista - perché la nostra categoria è anomala, e la raccomandazione serve. Si fa il praticantato - ha aggiunto - solo se conosci qualcuno che ti fa entrare''. Fini ha poi osservato ''che come altre categorie, ci sono i bravi e i meno bravi''. Il vicepremier ha lamentato ''un eccessivo interesse al pettegolezzo, al retroscena, all'antefatto più che alla notizia, forse perché ci sono meno notizie''. In ogni caso, ha concluso ''senza giornali e senza informazione avremmo una società meno stimolante''.(ANSA). Il Segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Non so quanti e quali giornalisti conosca il “collega” Gianfranco Fini, né le esperienze lavorative del giornalista professionista attualmente Vice presidente del Consiglio. Per esperienza personale, posso affermare che, a fronte di qualche raccomandato, vi sono tanti colleghi che sono entrati nella professione dopo un durissimo tirocinio, un lavoro nero di anni, e che hanno saputo dimostrare il loro valore sul campo. Sarebbe bene che esponenti autorevoli del Governo, come il Vice Presidente del Consiglio, invece di esprimere giudizi generici e qualunquisti, si preoccupassero di sollecitare la politica a realizzare una radicale riforma dell’accesso alla professione giornalistica. Serve una legge che sottragga agli editori e a qualche “amico”, anche politico, il controllo dell’accesso stesso e qualifichi ulteriormente il giornalismo attraverso una formazione di livello universitario. Anche perché finora tutte le ipotesi di riforma si sono arenate in Parlamento.”