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Fnsi 14 Ott 2003

Serventi Longhi: “Le accuse all’Inpgi sono false, gratuite e sostenute da chi voleva abolire l’Istituto e passare i giornalisti all’Inps” Cescutti: "Tutto nella totale trasparenza e funzionalità dell'Istituto

Serventi Longhi: “Le accuse all’Inpgi sono false, gratuite e sostenute da chi voleva abolire l’Istituto e passare i giornalisti all’Inps” Cescutti: "Tutto nella totale trasparenza e funzionalità dell'Istituto di previdenza"

Serventi Longhi:
“Le accuse all’Inpgi
sono false, gratuite
e sostenute da chi voleva
abolire l’Istituto
e passare i giornalisti all’Inps”
Cescutti: "Tutto
nella totale trasparenza
e funzionalità dell'Istituto
di previdenza"

Il Segretario Generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi ha inviato una lettera al Direttore di Radio Radicale Massimo Bordin e al Direttore de L’Opinione Arturo Diaconale. Di seguito il testo della lettera: “Sono molto rammaricato per le Tue affermazioni fatte stamane nella rassegna stampa di Radio Radicale, che come vedi seguo con attenzione, a proposito dei rapporti tra Inpgi e Federazione della Stampa in relazione ad un articolo de L’Opinione. Il direttore di questo giornale, Arturo Diaconale, conosce bene la verità dei fatti, per aver ricoperto per anni la carica di Segretario (ovvero il capo) dell’Associazione della Stampa Romana, una delle 19 Associazioni regionali che danno vita al Sindacato. Diaconale quindi sa che le Associazioni ricevono un contributo dall’Inpgi per il funzionamento degli uffici di corrispondenza e dei fiduciari il cui compito è istruire e seguire tutte le pratiche di previdenza e assistenza presso lo stesso Istituto di categoria. Si tratta di uffici con dipendenti e una gran mole di lavoro che viene svolto con efficienza e che, a sua volta, alleggerisce i costi dell’Istituto. A sua volta, la Fnsi svolge un ruolo di intervento sul sistema previdenziale dei giornalisti ai sensi del decreto legislativo che ha privatizzato l’Istituto, con una attività contrattuale e sindacale di rilevante impegno relativa alla contribuzione e alle prestazioni. Inoltre la Fnsi riceve un contributo ordinario dall’Inpgi per il coordinamento degli uffici di corrispondenza dell’Istituto. Un contributo previsto espressamente per questa attività dallo Statuto Inpgi. E’ singolare che improvvisamente qualcuno, come il Presidente dell’Ordine della Lombardia, che ha sollevato il problema del finanziamento al Sindacato da parte dell’Inpgi, scopra un meccanismo che da sempre valorizza la solidarietà tra i giornalisti, ma che consente anche concretamente di assistere i colleghi. Un meccanismo, peraltro, conosciuto da tutti i giornalisti, utile alla categoria e che riguarda Associazioni le cui maggioranze sono articolate e plurali. Lo sanno bene i colleghi della stessa Lombardia così come, naturalmente, i romani e i giornalisti di tutta Italia. Caro Direttore, non ti sarà venuto il dubbio che questa polemica sia legata alla dura campagna elettorale per l’elezione degli organismi dirigenti dell’Inpgi? Peraltro, una campagna sostenuta da colleghi fautori da molto tempo dell’abolizione dell’Inpgi e del passaggio dei giornalisti al regime, non certo favorevole, dell’Inps? Purtroppo ogni argomento è buono per gettare fango sulle istituzioni dei giornalisti, da Te definite corporative. Rispetto le Tue opinioni sugli organismi rappresentativi, deontologici e di tutela della categoria, ma occorre rispettare anche la verità”. In merito alle polemiche sollevate dal Presidente dell’Ordine giornalisti della Lombardia il Presidente dell’Inpgi ha inviato una lettera ai cdr che volentieri pubblichiamo: Cari colleghi più si avvicina la data delle elezioni per il rinnovo degli Organi amministrativi dell’Inpgi, più la campagna elettorale è appesantita da notizie false e da pesanti strumentalizzazioni. E’ di ieri una lettera del Presidente dell’Ordine giornalisti di Lombardia, Franco Abruzzo, il quale si è candidato per essere eletto, in occasione delle prossime elezioni Inpgi, nel Collegio dei Sindaci, assieme ad una lista di altri colleghi i quali si propongono un radicale cambiamento della linea di gestione dell’Istituto. Per realizzare questa legittima aspirazione, Abruzzo non esita a gettare discredito sull’Inpgi e sul Sindacato, insinuando che l’attuale gestione dell’Ente userebbe il denaro dell’Istituto per finanziare le Associazioni regionali di stampa e la Fnsi, al fine di ottenerne benevolenza e sostegno elettorale. Si tratta di un’affermazione falsa e calunniosa, come false e calunniose sono stati nei mesi scorsi le ricostruzioni e gli “scoop” di Abruzzo a proposito degli acquisti risalenti al 1990 degli edifici di via Missaglia a Milano. Scoop sui quali la Corte dei conti di appello ha recentemente detto una parola definitiva, assolvendo i 32 amministratori ed ex amministratori che Abruzzo indicava come responsabili di pesanti danni erariali nei confronti dell’Istituto. Ma entriamo nel merito del nuovo “scoop” di Abruzzo. I contributi alle Associazioni regionali di stampa per il funzionamento degli Uffici di corrispondenza Inpgi L’Inpgi da decenni (consultando i bilanci siamo risaliti al 1974, ma le verifiche in atto ci riporteranno ben più indietro, almeno di 40 anni) corrisponde annualmente alle Associazioni regionali di stampa sostegni economici la cui motivazione nasce dall’esigenza di contribuire concretamente alle spese che quelle affrontano per far funzionare gli Uffici di corrispondenza regionali dell’Istituto. L’Inpgi avrebbe certo potuto - e potrebbe - dotarsi di proprie strutture: affittare (o comperare) le sedi, arredarle, assumere impiegati, corrispondere loro stipendi e contributi previdenziali, pagare le bollette del telefono, dell’elettricità del, gas per riscaldamento e farsi carico di ogni altro onere (spese postali, cancelleria, manutenzione macchine, eccetera). La scelta, da vari decenni, è stata diversa e – come è previsto dallo Statuto dell’Ente - si è preferito acquisire la collaborazione delle Associazioni regionali, che hanno messo a disposizione dell’Inpgi, e dei Fiduciari, le loro strutture. A fronte di tale disponibilità, naturalmente, non bastava un “grazie”, e di conseguenza gli amministratori dell’Istituto hanno – da vari decenni – destinato ai Sindacati regionali un contributo adeguato all’importanza dell’Ufficio di corrispondenza, e del carico di lavoro derivante dal numero degli iscritti. Ciò è stato fatto – ed ancor oggi l’abitudine continua – con tutti i Sindacati regionali, anche con quelli che dichiaratamente erano – o sono – critici nei confronti della linea dell’Inpgi. Tutto ciò risulta da atti ufficiali, firmati a suo tempo dall’Inpgi e dai rappresentanti di tutte le Associazioni regionali di stampa. La scandalizzata “scoperta” di Abruzzo si presenta quindi per quello che è: un maldestro e misero tentativo di gettare discredito su Inpgi e Sindacato, in occasione delle prossime elezioni. I contributi alla Fnsi L’Inpgi ha sempre sostenuto - e tuttora consapevolmente sostiene – anche la Federazione della Stampa attraverso un contributo annuale. E lo fa in considerazione dell’aiuto che il Sindacato nazionale dà concretamente alla soluzione dei problemi previdenziali della categoria, attraverso interventi di modifica contrattuale che si riflettono sull’allargamento della base contributiva, o per sostenere e determinare l’approvazione di norme di legge che rendano stabile il rafforzamento dell’Ente previdenziale dei giornalisti. I contributi alle Associazioni regionali e alla Fnsi non sono comunque stati mai decisi – né nel lontano passato, né di recente – nel segreto di una stanza. Tutto è avvenuto nei Consigli di amministrazione, con specifiche delibere approvate anche dai rappresentanti dei Ministeri vigilanti e della Fieg, e con la ratifica del Collegio dei Sindaci. Gli aiuti alle Associazioni stampa e agli Enti di categoria La stessa trasparenza - con delibere portate alla ratifica del Consiglio di amministrazione, previa valutazione del Collegio dei Sindaci - ha riguardato gli aiuti accordati non solo alle Associazioni regionali di stampa, ma anche ad altri Enti di categoria: ad esempio l’Unione Cronisti, l’Unione pensionati, il Gruppo nazionale Uffici stampa. I fondi con i quali si è provveduto a soddisfare le richieste, sono stati forniti dalla Banca di Roma, Istituto tesoriere dell’Inpgi 1, la quale attribuisce all’Ente un finanziamento annuo (oggi giunto a 180.759 euro) destinato – come è scritto nella convenzione – “alle spese sostenute per convegni, congressi, scopi istituzionali dell’Istituto stesso, e per interventi a favore di associazioni di categoria”. Questi aiuti vengono attribuiti dal Consiglio di amministrazione su specifica richiesta che indichi l’onere della spesa, e a presentazione delle fatture: al fine di finanziare convegni di categoria, incontri di studio sindacale, per aiutare le Associazioni regionali a sostenere il costo di spese straordinarie, quali il rinnovo delle strutture informatiche o la ristrutturazione della sede, e per favorire dunque il miglioramento dei servizi in favore dei colleghi. Questi aiuti non sono stati destinati agli “amici simpatici” ma a tutti, anche alle Associazioni meno amiche, i cui rappresentanti puntano, legittimamente, ad un risultato di cambiamento nelle prossime elezioni. Tutti i Sindacati regionali e gli Enti di categoria che hanno presentato motivate richieste di sostegno, hanno trovato risposta positiva. Con il voto conclusivo del Consiglio di amministrazione, di cui – ripeto – fanno parte anche i rappresentanti ministeriali. Abruzzo sostiene però che il Sindacato dovrebbe reggersi solo sulle quote degli iscritti. Certo, questa è l’entrata principale, ma non può bastare: le spese per rendere efficace l’azione del Sindacato e farne un Ente forte ed efficace, sono tante e in continuo aumento. E quindi, tutti coloro che non desiderano soffocare i Sindacati regionali e la Federazione della stampa, ma che anzi vogliono concorrere a stimolarne la crescita e la potenzialità, devono fare il possibile per dare il loro aiuto. L’Inpgi lo ha fatto, nel rispetto delle leggi, della trasparenza, e con il controllo dei Ministeri vigilanti, della Corte dei conti e del Collegio dei Sindaci. Questo è ciò che conta. Ogni altra considerazione rientra negli effetti secondari di una campagna elettorale che alcuni soggetti stanno rendendo purtroppo squallida.

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