Serventi Longhi:
“Condivido e appoggio
la richiesta
delle Confederazioni
sindacali
di una adeguata
informazione
sullo sciopero generale
del 24 ottobre”
Usigrai: “Cattaneo
ha perso un’occasione
di pluralismo
dell’informazione”
Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, a margine dell’assemblea dei giornalisti sardi svoltasi oggi a Cagliari, ha dichiarato: “Condivido e appoggio la richiesta delle Confederazioni sindacali, rivolta stamani alla Rai, di una adeguata informazione sullo sciopero generale che si svolgerà venerdì prossimo 24 ottobre contro l’ipotizzata riforma delle pensioni. Il servizio pubblico è in debito con le forze sociali perché sinora ha dato spazi adeguati soltanto al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia ed al Governo nel suo insieme, in difesa della manovra economica. Le ragioni delle Confederazioni, l’assenza di una copertura adeguata alla manifestazione sindacale europea di due settimane fa, devono trovare una compensazione che non sia saltuaria o episodica ma che consenta a tutti gli attori del confronto in atto di poter illustrare all’opinione pubblica le proprie valutazioni. E’ importante anche che siano rese note ai cittadini le ragioni, autonome e rilevanti, che hanno indotto la Federazione Nazionale della Stampa a proclamare lo sciopero dei giornalisti in difesa delle pensioni e del loro istituto di previdenza, che si svolgerà tra il 23 (radio e televisioni), il 24 (periodici e uffici stampa) e il 27 ottobre (quotidiani e agenzie di stampa)”. Comunicato dell’Usigrai del 20 ottobre L’incontro di oggi poteva essere l’occasione per ricomporre la frattura che si sta aprendo fra la Rai e i milioni di lavoratori e pensionati rappresentati dai sindacati. Invece il Direttore Generale ha invocato l’autonomia dei direttori di rete e di testata come pretesto per non rispondere alle sacrosante richieste sindacali di riequilibrio dell’informazione sulle pensioni. Come spesso accade nella Rai di questi tempi, i principi valgono a giorni alterni: la stessa autonomia oggi richiamata per non incrinare la logica del monologo (prima di Berlusconi e poi di Tremonti) può essere violata quando i direttori chiedono di seguire con la diretta manifestazioni “sgradite”. Non c’è coerenza in queste scelte: l’unica coerenza è la volontà di non contrariare il governo. Ma così la Rai sta convincendo il sindacato – confederale e no – che il sedicente servizio pubblico non sa piu garantire un minimo di equilibrio fra le parti in conflitto. Per guadagnarsi il “bravo” del capo non si esita a minare la legittimazione del servizio pubblico. 21 ottobre 2003 Natale su bocciatura proposta Annunziata Questa Rai è in mano ad un gruppo dirigente subalterno e irresponsabile. La decisione adottata oggi dal Direttore Generale e dal Consiglio, nonostante la combattiva azione di Lucia Annunziata, dice che l’unica linea editoriale è l’obbedienza ai voleri e agli interessi del governo e del suo capo. Si fa a pezzi ogni residuo di imparzialità del servizio pubblico pur di attenuare o ridurre al silenzio voci sgradite. Così la Rai finisce per diventare l’avversario di tanta parte del Paese che nei sindacati trova rappresentanza.