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Internazionale 09 Apr 2007

Serventi: "Il Governo di Kabul si impegni a rimettere in libertà Rahmatullah Hanefi" Siddi: "L'assassinio di Adjmal Naqsbandi è un crimine contro l'umanità"

''Con l'animo pieno di dolore ma anche di rabbia chiediamo ora al governo afgano di mettere subito in liberta', Rahmatullah Hanefi, il responsabile della sicurezza e del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, detenuto nelle carceri afgane'': il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi interviene dopo l'uccisione di Adjmal, il giornalista-interprete di Daniele Mastrogiacomo e muove critiche al governo di Kabul che non ha fatto abbastanza per ottenerne la liberazione

''Con l'animo pieno di dolore ma anche di rabbia chiediamo ora al governo afgano di mettere subito in liberta', Rahmatullah Hanefi, il responsabile della sicurezza e del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, detenuto nelle carceri afgane'': il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi interviene dopo l'uccisione di Adjmal, il giornalista-interprete di Daniele Mastrogiacomo e muove critiche al governo di Kabul che non ha fatto abbastanza per ottenerne la liberazione

Serventi ha inviato un messaggio di cordoglio e di solidarieta' alle organizzazioni dei giornalisti afgani per la barbara uccisione di Adjmal Naqshbandi: ''Si tratta di un episodio gravissimo le cui precise responsabilita' vanno certamente attribuite al mullah Dadullah e ai suoi accoliti. Inutili sono stati tutti gli appelli del giornalismo mondiale e di quello italiano. Purtroppo gli appelli non sono stati accolti dai banditi afgani ma nemmeno dal governo di Kabul che non fatto tutto quello che era nelle sue possibilita' per ottenere la liberazione del giornalista-interprete di Mastrogiacomo''. (ANSA) «Un omicidio orrendo, motivo di grande dolore e tristezza. L'assassinio di Adjmal Naqsbandi, free lance interprete di Daniele Mastrogiacomo è un atto di barbarie dei taliban ingiustificabile. Una giornata per noi tradizionalmente di festa e di pace è diventata di lutto. Questo è il momento della pietà e del dolore non solo per i famigliari dell'ucciso e per i suoi colleghi Afghani ma anche per i giornalisti italiani, alla cui famiglia è tragicamente legata la figura di Adjmal». Lo afferma il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi. «È stato ucciso un operatore e un giornalista che, anche collaborando con gli inviati stranieri, era parte viva di un rinascente impianto dell'informazione afghana che si non accontenta delle verità di parte. Gli inganni e la tragica visione della vita e dei rapporti di forza dei taliban lo hanno condannato a una fine orribile e ingiusta. Davanti a questa morte e ricordando anche il precedente altrettanto orrendo assassinio dell'autista, raccontare i fatti dell'Afghanistan è più complicato - sottolinea Siddi - quasi impossibile per un giornalismo che voglia essere libero e genuino». «Per gli uomini del terrore talebano il giornalista al lavoro è considerato un pericolo. Così essi vanno alla sconfitta sul fronte della civiltà umana, ma intanto mietono vittime senza ragione. Per la Fnsi, come per l'organizzazione internazionale di categoria, diventa ancora più stringente l'impegno per la sicurezza dei giornalisti nelle aree di crisi - prosegue Siddi - l'invito alla massima attenzione e, nello stesso tempo, diventa più urgente la domanda alle istituzioni internazionali a considerare quelli contro la vita dei giornalisti crimini contro l'umanità perseguibili sempre e ovunque». «Non mancheranno occasioni di riflessione, dopo le polemiche in corso, ma intanto forte va rilanciato l'appello al governo di Kabul perchè tutte le persone le organizzazioni impegnate in Afghanistan per la pace, l'assistenza e la ricostruzione possano operare, anche nella diversità delle opinioni, nel rispetto della dignità delle loro opere e della funzione effettivamente esercitata», conclude Siddi. (Adnkronos) La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Segreteria della Federazione della Stampa ha inviato un messaggio alle organizzazioni sindacali dei giornalisti afgani e alla Federazione Internazionale dei Giornalisti in cui si esprime il dolore dei colleghi italiani per la barbara uccisione di Adjmal Naqshbandi, interprete-giornalista di Daniele Mastrogiacomo. Sono così risultati vani gli appelli dei giornalisti di tutto il mondo ed in particolare la richiesta di clemenza inviata congiuntamente dai giornalisti italiani e afgani. L’uccisione di Adjmal rappresenta una sconfitta per chi ama la pace, per chi sostiene il diritto-dovere ad un informazione rigorosa e indipendente. Purtroppo, gli assassini hanno colpito ancora una volta, ma lo stesso governo di Karzai poteva fare di più. Chiediamo, in questo momento di lutto che Rahmatullah Hanefi, direttore dell’ospedale di Emergency e tra i principali fautori del rilascio di Mastrogiacomo, venga subito rilasciato dall’autorità di Kabul che lo tengono prigioniero per ragioni poco comprensibili”.

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