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Fnsi 18 Nov 2004

Sequestrati i documenti di un giornalista impegnato sul caso del "mostro di Firenze" Fnsi e Ast: "Grave interferenza censoria"

Sequestrati i documentidi un giornalista impegnatosul caso del "mostrodi Firenze"Fnsi e Ast: "Grave interferenza censoria"

Sequestrati i documenti
di un giornalista impegnato
sul caso del "mostro
di Firenze"
Fnsi e Ast: "Grave interferenza censoria"

FNSI E AST: GRAVE INTERFERENZA CENSORIA SEQUESTRO DOCUMENTI GIORNALISTA IMPEGNATO SUL CASO “MOSTRO DI FIRENZE” Suscita grave sconcerto e grande preoccupazione l’accusa di intralciare le indagini con il suo lavoro e di compiere così un reato di favoreggiamento fatta dalla Procura di Perugia a carico del giornalista fiorentino Mario Spezi. Non solo: il sequestro di tutti i documenti sul caso di maggiore impegno professionale e delle bozze di un prossimo libro sulla vicenda del “mostro di Firenze” si palesa come una interferenza sull’attività dell’informazione libera. L’ipotesi di accusa formulata dalla Magistratura è assolutamente sconcertante e incomprensibile a chiunque consideri la libera stampa quale elemento essenziale di garanzia democratica. Il collega Spezi è infatti indagato con la contestazione di “essersi attivamente adoperato per demolire le ipotesi accusatorie utilizzando canali televisivi”. Ma esigere che non ci siano occhi che guardino i modi con cui procedono le inchieste non corrisponde a esigenze di garanzia. Privare il giornalista delle fonti e sequestrare all’origine i testi in corso di lavorazione è come una censura preventiva. Incomprensibile. Non accettabile. La vicenda esige che si faccia chiarezza al più presto. Il rispetto per l’attività della Magistratura non ci esime dal ribadire l’esigenza che sia rispettato il segreto delle fonti professionali del giornalista e il suo diritto dovere di indagare oltre qualsiasi verità ufficiale. La ricerca della verità e l’attività del giornalismo che vaglia criticamente i fatti e anche le indagini ufficiali non può essere considerato un reato.

@fnsisocial

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