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Editoria 24 Ott 2012

Senza finanziamenti novanta giornali sull'orlo del fallimento Siddi: “Si interverrà quando le testate saranno morte?”

Novanta giornali sull'orlo del fallimento. Finanziamenti ancora incerti e un disegno di legge delega sull'editoria gravemente lacunoso. ''A morire nei diritti della legge noi non ci stiamo''.A lanciare l'allarme è Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, intervenendo oggi all'incontro alla Camera dei Deputati 'Il pluralismo verso l'estinzione'. ''Siamo a fine anno - spiega - e non solo i finanziamenti pubblici all'editoria sono scesi dai 114 milioni di euro del 2011 ai 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l'ammontare.

Novanta giornali sull'orlo del fallimento. Finanziamenti ancora incerti e un disegno di legge delega sull'editoria gravemente lacunoso. ''A morire nei diritti della legge noi non ci stiamo''.
A lanciare l'allarme è Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, intervenendo oggi all'incontro alla Camera dei Deputati 'Il pluralismo verso l'estinzione'. ''Siamo a fine anno - spiega - e non solo i finanziamenti pubblici all'editoria sono scesi dai 114 milioni di euro del 2011 ai 60-70 del 2012. Ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l'ammontare.

Le imprese che stanno continuando a lavorare stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l'unica strada sarà la chiusura''.
Un'incertezza che, aggiunge, si prolunga anche sul disegno legge delega per il settore. ''La bozza presentata - spiega Siddi - dice che non dovranno essere modificati i tetti dei finanziamenti. Ma quali tetti, quelli del 2011 o quelli del 2012? Se l'ipotesi è la seconda non ci stiamo. Tutti gli operatori dicono che non si può sopravvivere sotto la soglia dei 120 milioni e a questo punto il governo dica se considera l'editoria l'asse portante dello sviluppo del paese o no''.
Pronti a convocare un'assemblea pubblica con tutti i rappresentati di settore per il 6 o il 13 novembre, Fnsi e Mediacoop hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti sulla necessità di incrementare ''di almeno altri 70 milioni la dotazione del Fondo Editoria per i contributi alle cooperative di giornalisti, alle testate di idee, non profit e di partito o si andrà incontro al default di questa parte dell'informazione, con una perdita di 4 mila posti di lavoro'', più tutto l'indotto e gli introiti dell'Iva. ''Senza queste risorse - si legge - non sarà possibile dare operatività anche allo stesso Decreto Peluffo per il recupero e il riavvio di testate già in crisi e in uscita dalle edicole''.
  La buona notizia, aggiunge Mario Salani presidente di Mediacoop, è che ''nella legge di stabilità è previsto il finanziamento all'editoria nel 2015. Ma non ha senso votare una delega se poi i soggetti per cui si vota nel frattempo saranno scomparsi''.
Intanto domani, in Commissione cultura alla Camera, ricorda il deputato Emilia De Biasi (Pd), si voterà ''una risoluzione perché la legge delega riporti il sostegno pubblico a 120 milioni e si interessi in particolare del tema occupazionale''.
In questi giorni, conclude Siddi, si passa ''da un bavaglio a un altro, da quello dei mancati finanziamenti a quello della legge sulla corruzione che si sta trasformando in una legge vendicativa contro i giornalisti che hanno messo certi politici sotto la loro lente''.
A sostenere l'appello di oggi, anche Fulvio Fammoni (Cledics), Giorgio Lainati (Pdl) e Riccardo Franco Levi (Pd). (di Daniela Giammusso) (ROMA, 23 OTTOBRE - ANSA)

 

EDITORIA: DE BIASI (PD), SETTORE IN CRISI, GOVERNO TUTELI OCCUPAZIONE
AUMENTARE FINANZIAMENTI PUBBLICI FINO A 120 MLN

''Condividiamo totalmente le preoccupazioni per il futuro del settore dell'editoria che vive enormi difficoltà economiche e occupazionali. Chiediamo l'aumento dei finanziamenti portandoli ad almeno 120 milioni, rispetto ai 70 di oggi. Il governo si faccia carico del drammatico problema occupazionale che interessa testate grandi e piccoli e che si aggiunge a quello già pesante del precariato". Lo ha affermato Emilia De Biasi, deputata del Pd in commissione Cultura, che ha partecipato alla conferenza stampa indetta fra gli altri dalla Fnsi e da Articolo 21 sulle enormi difficoltà in cui versa il settore.
"La transizione al sistema on line -ha aggiunto- richiede investimenti nel campo delicatissimo del pluralismo dell'informazione.
A ciò si aggiunge la preoccupazione per la limitazione della libertà di informare contenuta nella legge attualmente in discussione al Senato. Sarebbe assai grave che proprio la libertà dell'informazione, costituzionalmente garantita, venisse colpita da antistoriche logiche di mercato o da inutili rigidità legislative''. (ROMA, 23 OTTOBRE - ADNKRONOS)

EDITORIA: CESTARO (SLC CGIL), CON LIMITI A CONTRIBUTI GRAVI RICADUTE SU OCCUPAZIONE

"I limiti posti ai contributi per l'editoria hanno gfavi ricadute sull'occupazione e il pluralismo". Lo scrive in una nota il segretario generale Slc Cgil, Massimo Cestaro.
"Hanno fatto bene le organizzazioni più rappresentative del settore dell'informazione - dice - a denunciare, nella conferenza stampa di oggi, i limiti pesantissimi del contributo pubblico al settore dell'editoria. Ancora una volta denunciamo il pericolo che si vanifichi il pluralismo nel nostro paese, anche con gravi ricadute occupazionali su giornalisti e poligrafici. Se a ciò si aggiunge l'ipotesi che norme, peraltro legittime, contro la diffamazione dei cittadini, possano trasformarsi in una grave limitazione della libertà d'informazione, saremmo di fronte ad una preoccupante involuzione delle libertà stabilite dall'articolo 21 della Costituzione". (ROMA, 23 OTTOBRE - ADNKRONOS)

EDITORIA: PRIMA COMUNICAZIONE, PER SIDDI DECISIVO INVESTIRE SU LAVORO

''È decisivo investire sul lavoro e sulla qualità del prodotto, però è anche importante che lo Stato assuma un ruolo attivo''. ''I problemi si devono affrontare insieme: governo - e mi riferisco ai ministeri dello Sviluppo, del Lavoro e della Giustizia - editori e sindacato. Penso a una discussione triangolare, a una sfida, in cui bisogna evitare di imboccare la solita scorciatoia - puntare a spillare un po' di soldi - che ormai non porta da nessuna parte''. Il segretario del sindacato dei giornalisti (Fnsi) Franco Siddi, in una intervista a Prima Comunicazione, in edicola domani, interviene sui principali problemi del settore e spiega come uscire dalla crisi.
''Siamo - dice - nella situazione drammatica di un sistema che non tira più. Ma non tutti i giornalisti ne sono consapevoli: forse non si è capito che nel 2013 si annunciano conseguenze ancora peggiori per la crisi''.
''Se emergono le condizioni reali per un piano del lavoro, afferma Siddi, sono disposto a lavorare per raffreddare le richieste economiche della categoria per due o tre anni.
Parlo di un piano serio di impresa, che punti a nuovi posti di lavoro, senza espellere i più anziani. Non si può continuare a ricorrere a vecchie logiche''. ram  (24 OTTOBRE – ASCA)

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