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Sindacale 25 Lug 2007

Senza compensi da mesi, protestano i collaboratori dei quotidiani Epolis del gruppo Grauso preoccupati per la sospensione improvvisa delle pubblicazioni

Un gruppo di collaboratori e fotografi dei 15 quotidiani Epolis del gruppo Grauso che ha sospeso improvvisamente le pubblicazioni hanno emesso un preoccupato comunicato che riportiamo integralmente.

Un gruppo di collaboratori e fotografi dei 15 quotidiani Epolis del gruppo Grauso che ha sospeso improvvisamente le pubblicazioni hanno emesso un preoccupato comunicato che riportiamo integralmente.

Siamo i collaboratori e i fotografi delle testate giornalistiche del Gruppo Epolis del Veneto. Prendiamo parola dopo aver osservato in silenzio quanto stava accadendo alle redazioni con le quali abbiamo collaborato con passione, disponibilità e – a nostro avviso – risultati da febbraio 2006 ad oggi. I 15 quotidiani del Gruppo si sono fermati. E noi, oltre 300 in tutta Italia, non sappiamo quale sia il futuro di quest’importante esperienza editoriale. Siamo, di conseguenza, allarmati, preoccuparti e, allo stesso tempo, umiliati dall’invisibilità delle nostre posizioni e dall’indifferenza che ci sta circondando. Non solo dalla redazione centrale, da Cagliari, nessuno ci sta fornendo informazioni su quanto sta accadendo ma (fatto ancora più grave) noi non veniamo retribuiti per il nostro lavoro da gennaio 2007. Il nostro contributo (prezioso e fondamentale quando per 15 testate si sono assunti “solo” 130 giornalisti) alla crescita del progetto Epolis pare, infatti, che non verrà saldato. Molti di noi vivono di questa collaborazione e molti vi hanno fatto un investimento per la formazione della propria professionalità. Già il nostro lavoro è pagato a cottimo (solo se gli articoli sono pubblicati), già siamo privi di regolare contratto, già siamo liquidati a fattura ogni tre mesi: adesso è troppo!!! Da mesi chiediamo, civilmente, spiegazioni. Abbiamo scelto per molto tempo di essere responsabili e – come ci è stato chiesto dal direttore in persona nella sua ultima nonché unica comunicazione – di credere nel progetto Epolis. Bene, noi ci e vi abbiamo creduto, abbiamo costruito rapporti e contatti di fiducia, abbiamo fornito notizie di qualità, siamo corsi a chiamata (e non solo), abbiamo usato i nostri soldi per telefonare, fare benzina, pagare computer e connessione internet… Ora però pretendiamo chiarimenti e pretendiamo la riscossione dei nostri crediti. Nella fermezza di questa presa di posizione, non possiamo però non spendere una parola di sentita solidarietà verso i colleghi delle redazioni. Tutti giornalisti capaci e validi che rispettiamo sia dal punto di vista strettamente professionale che umano. A loro, un grazie di cuore per il sostegno che hanno espresso nei nostri confronti in questo periodo difficile per tutti e un grazie per l’esperienza che ci hanno trasmesso permettendoci di crescere in questo bellissimo, e complicato, lavoro. Ai colleghi, infine, delle testate cartacee e digitali che hanno riportato dello stop di Epolis un appunto. Purtroppo il precariato dell’informazione non fa notizia, ma noi (l’esercito degli esterni d’Epolis) esistiamo e ci muoveremo perché ci venga riconosciuto quanto ci spetta e non ci viene retribuito da troppo tempo. Collaboratori e Fotografi delle testate giornalistiche del Veneto del Gruppo Epolis

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