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Osservatorio sui media 11 Feb 2011

Sempre più informazione, sempre meno lettori

I dati sull’ analfabetismo dimostrano che il numero di potenziali lettori in Italia tende costantemente a diminuire non solo in virtù dell’alternativa internet, ma dalla presenza di un pubblico che si dimostra privo di quelle conoscenze e capacità che permettono di comprendere un articolo di natura politica, economica e sociale – Una riflessione dell’ Osservatorio sul giornalismo.

I dati sull’ analfabetismo dimostrano che il numero di potenziali lettori in Italia tende costantemente a diminuire non solo in virtù dell’alternativa internet, ma dalla presenza di un pubblico che si dimostra privo di quelle conoscenze e capacità che permettono di comprendere un articolo di natura politica, economica e sociale – Una riflessione dell’ Osservatorio sul giornalismo.

Incrociando i dati sull’ analfabetismo con quelli sul calo della lettura si ottiene un quadro veramente preoccupante della situazione del nostro paese.Lo rileva Piero Macri che, sull’ Osservatorio sul giornalismo, rileva:

Come dimostrano i dati sull’analfabetismo – totale, parziale o di ritorno – espressi da Tullio De Mauro – il numero di potenziali lettori tende costantemente a diminuire non solo in virtù dell’alternativa internet, ma dalla presenza di un pubblico che si dimostra privo di quelle conoscenze e capacità che permettono di comprendere un articolo di natura politica, economica e sociale.

Viviamo in una società ipertecnologica, che ha moltiplicato e potenziato i mezzi di informazione, ma che in definitiva sembra perdere progressivamente un pubblico capace di interpretare il prodotto che essa stessa produce.

Macri segnala in particolare le considerazioni del linguista Tullio De Mauro, secondo cui il 70% degli italiani fatica a leggere e scrivere. Nel dettaglio: il 5% è assolutamente analfabeta, il 33% stenta a decifrare un semplice articolo di giornale, e un altro 33% sta slittando nelle sabbie mobili dell’analfabetismo. A rafforzare quanto affermato da De Mauro e a lanciare l’allarme è la commissione europea che in base alle indagini svolte rivela che un quindicenne su cinque è analfabeta.

E’ chiaro che, come affermava Piero Ricca a commento dei dati forniti da De Mauro, la tendenza al declino delle competenze e all’analfabetismo di ritorno riguarda tutte le società occidentali. Ma in Italia il fenomeno ha un impatto maggiore. Tant’è vero che siamo in coda all’Europa per lettura di libri e giornali.

Secondo l’Istat più della metà degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno, mentre la tv generalista, pur in declino, rimane il mezzo di comunicazione dominante.

(segue su Lsdi)

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