Sciopero dei giornalisti: polemiche tra minoranze e maggioranza Fnsi
Sì allo sciopero del 23 ottobre per radio e tv e del 27 per i quotidiani e le agenzie di stampa, ma anche contro gli attuali vertici Inpgi: è la posizione dei membri della Giunta Fnsi Mariagrazia Molinari ed Edmondo Rho, esponenti della coalizione 'Inpgi.si cambià, che si presenta alle elezioni in programma dal 5 all'8 novembre per i nuovi vertici dell'Istituto di previdenza dei giornalisti. «Abbiamo votato a favore dello sciopero proposto dalla Fnsi - sottolineano Molinari e Rho in una nota - per difendere l'autonomia dell'Inpgi. Sia chiaro però che per noi questo sciopero è anche contro l'attuale maggioranza dell'Istituto di previdenza dei giornalisti che ha già approvato una riforma delle pensioni persino peggiore di quella proposta ora da Maroni». «C'è una contraddizione - sottolineano ancora Molinari e Rho - nella maggioranza dell'Inpgi e della Fnsi: chiede ai colleghi di scioperare contro la riforma Maroni dopo aver approvato, nonostante ampi dissensi nella categoria, la riforma Cescutti che taglia le pensioni alle fasce più deboli, come chi viene costretto alla cassa integrazione o alla disoccupazione. L'autonomia dell'Inpgi va difesa a spada tratta, ma va anche detto che gli attuali vertici dell'istituto, se verranno riconfermati, ci porteranno al disastro». (ANSA). "La decisione della Giunta della Fnsi di proclamare uno sciopero per le pensioni non ha visto la mia adesione in quanto la ritengo una scelta strumentale e politica che vede l'abdicazione dell'autonomia dei giornalisti". E' quanto afferma in una nota Giancarlo Mariani, della Giunta della Federazione della Stampa, secondo il quale prima di decidere lo sciopero "sarebbe stato più opportuno percorrere tutte le strade possibili alla ricerca del dialogo con il ministero del Welfare, nell'interesse della categoria. Invece - afferma Mariani - ci si è voluti accodare ai confederali optando per uno sciopero politico. Credo che per il bene dei giornalisti la Fnsi debba prima percorrere la strada del dialogo alla ricerca di utili accordi ed agire diversamente solo qualora questo non fosse possibile". (Adnkronos) «E' incredibile che una parte della minoranza, dopo aver votato a favore dello sciopero dei giornalisti, intende utilizzare la protesta della categoria nella campagna elettorale per l'elezione dei nuovi organismi dell'Istituto di Previdenza»: è il commento di Autonomia e Solidarietà e Giornalisti Uniti per un'informazione libera, componenti della maggioranza della Fnsi. «E' falso - sottolineano in una nota - che l'Inpgi abbia votato una delibera che prevede una manovra contributiva peggiore di quella varata dal governo. Anzi, mentre la delega sulle pensioni prevede il passaggio del metodo di calcolo delle pensioni di anzianità al sistema contributivo, con un taglio medio delle pensioni stesse dal 30 al 50%, la manovra correttiva dell'Inpgi, all'esame delle parti sociali, si limiterebbe a graduali correzioni del meccanismo di calcolo delle prestazioni. Un meccanismo che non intacca il metodo retributivo ancora applicato dall'Inpgi e largamente vantaggioso per tutti i giornalisti dipendenti, oppure autonomi, in attività o cassaintegrati e disoccupati». «Se i colleghi della minoranza - continuano i componenti della maggioranza Fnsi - ritengono che i giornalisti debbano passare all'Inps lo dicano apertamente. Siamo convinti che i giornalisti non si faranno strumentalizzare da una campagna diffamatoria e fuorviante su un argomento delicato, come le pensioni dell'Inpgi, al solo scopo di mandare a casa chi ha operato con moderazione ed efficienza nell'interesse della categoria». (ANSA).