La Fnsi è al fianco dei redattori di Liberazione, che hanno deciso una giornata di sciopero immediato per protestare contro un editore che si sottrae al confronto e lascia nella più pesante incertezza i dipendenti.
Il sindacato dei giornalisti è ben consapevole della difficilissima situazione in cui l’editoria politica e di opinione è stata gettata dai tagli decisi nel decreto Tremonti, e sta rivendicando con decisione il ripristino dei contributi decisivi per la vita di testate essenziali al pluralismo informativo. Ma la natura “speciale” degli editori politici non autorizza nessuno di essi a violare norme di correttezza che devono valere anche nelle loro redazioni. Al partito e alla casa editrice della testata il sindacato dei giornalisti chiede di aprire immediatamente il confronto con la rappresentanza sindacale sulle proposte per scongiurare la crisi. LA SOLIDARIETA' DEL CDR DELL'UNITA' Il comitato di redazione dell'Unità esprime in una nota solidarietà ai colleghi di Liberazione, che oggi non è in edicola per lo sciopero proclamato ieri dalla redazione in segno di protesta per l'assenza di chiarezza sul futuro del giornale. ''Oggi una testata importante dell'informazione politica in Italia - afferma il cdr dell'Unità - vede messa a rischio la propria esistenza. Notizie inquietanti giungono sui destini di Liberazione, i cui giornalisti e le cui giornaliste hanno deciso di ricorrere allo strumento dello sciopero per richiamare l'attenzione su una vicenda dai troppi punti oscuri. Non soltanto i tagli selvaggi all'editoria decisi da questo governo, ma la grave situazione economica del quotidiano rischiano di far spegnere una voce autonoma, intelligente, pungente, preziosa per la democrazia di questo paese. L'Unità - conclude la nota - lotterà con i colleghi di Liberazione perché questo non accada''. (ANSA)