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Editoria 04 Mag 2016

Scandalo "Voce di Romagna", Fnsi e Aser: «Bisogna rivedere i criteri di assegnazione dei contributi pubblici»

Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione stampa dell'Emila Romagna intervengono sulla vicenda dell'editore del quotidiano “La Voce di Romagna”, Giovanni Celli, indagato per bancarotta fraudolenta e malversazione a danno dello Stato. «È necessario rivedere, rendendoli più stringenti, i criteri di assegnazione dei contributi pubblici e prevedendo l'esclusione definitiva di chi non rispetta le regole», scrivono in una nota congiunta.

Giovanni Celli, editore del quotidiano “La Voce di Romagna”, è indagato per bancarotta fraudolenta e malversazione a danno dello Stato. L’immobiliarista riminese, famoso fra l’altro per non aver mai riconosciuto il sindacato, è accusato di distrazione di fondi dalla “Editrice La Voce” ad altre 8 società a lui riconducibili, per una somma complessiva di 9,9 milioni di euro. Quanto ai contributi ottenuti nel 2010-2013 dal Dipartimento Editoria del Governo, una somma di circa 3,6 milioni di euro sarebbe stata destinata ad altra attività e non al giornale.
«Davanti a questo scenario – commentano in una nota congiunta Federazione nazionale della stampa e Associazione stampa dell’Emilia Romagna – si resta sconcertati, ma non ci si può stupire se la società editrice, come è accaduto, è fallita con un “buco” di 12,8 milioni di euro, reclamati da 112 creditori, fra cui decine di colleghi, grafici, agenzie, fotografi, l’Aser, nonché i nostri istituti di categoria Inpgi, Casagit e Fondo complementare».
Le notizie sui clamorosi sviluppi dell’indagine, allargatasi con una rogatoria internazionale a San Marino, per due giorni non sono state smentite dall’interessato né dagli inquirenti, e ciò vale come una loro conferma.
«Pochi giorni fa – proseguono Fnsi e Aser – è stata dichiarata fallita anche una seconda società editoriale di Celli, che editava il portale di news collegato al quotidiano. È notizia recente che, purtroppo, anche alcuni colleghi si sono prestati al gioco al massacro messo in atto dall’editore dentro il giornale per oltre due anni: l’attuale direttore è stato sanzionato con la sospensione per due mesi dall’esercizio della professione e il suo immediato predecessore con una censura per violazione della Carta di Firenze, come da delibere del Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine giornalisti Emilia-Romagna. Erano e restano quindi sacrosante le richieste, avanzate da tempo, che il sindacato dei giornalisti oggi ribadisce: in primo luogo che sia fatta luce, in tempi brevi, sui soldi sottratti alla gestione editoriale e quindi alle tasche di chi lavorava, tanto più in quanto di provenienza pubblica; che sia resa giustizia ai tanti colleghi rimasti senza stipendio, fino a 15 mensilità, con adeguato risarcimento economico nei procedimenti in corso; che si faccia piena luce sullo scandalo che vede l’indagato Celli ancora oggi di fatto alla guida del giornale nell’azienda editoriale, solo formalmente affittata ai suoi figli; che si rifletta, infine, sulla necessità di rivedere, rendendoli più stringenti, i criteri di assegnazione dei contributi pubblici e prevedendo l’esclusione definitiva di chi non rispetta le regole».

@fnsisocial

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