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Fnsi 17 Set 2004

Rwanda: dopo 10 anni di detenzione, Dominique Makeli deve essere liberato

Rwanda: dopo 10 anni di detenzione, Dominique Makeli deve essere liberato

Rwanda: dopo 10 anni di detenzione, Dominique Makeli deve essere liberato

Dominique Makeli, di Radio Rwanda, è prigioniero dal 18 settembre 1994. Il giornalista, trasferito numerose volte e mai comparso davanti a un tribunale, è attualmente detenuto presso la prigione centrale di Kigali. "Da 10 anni, ci preoccupiamo per la sua sorte e, ancora oggi, chiediamo la sua liberazione", ha dichiarato Reporter senza frontiere. L’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa, allarmata per la preoccupante degradazione delle condizioni di lavoro dei giornalisti rwandesi ha inoltre aggiunto: "Le autorità di Kigali si vantano volentieri del loro supporto alla democrazia, ma non sembrano preoccuparsi invece del clima minaccioso che pesa sui giornalisti considerati "scomodi" dal potere". "In occasione dei 10 anni di prigionia di Dominique Makeli, chiediamo al governo rwandese, se davvero intende continuare a sostenere la libertà di stampa, di prendere coscienza che la liberazione di questo giornalista sarebbe un gesto forte e proverebbe la buona fede delle stesse autorità governative". Nell’ottobre 2001, il procuratore di Kigali aveva dichiarato a Reporter senza frontiere che Dominique Makeli era accusato di aver "istigato al genocidio nei suoi reportage". Nel maggio 1994, il giornalista aveva fatto la copertura giornalistica di un’apparizione della Vergine a Kibeho (ovest del paese) e riportato una sua presunta dichiarazione: " Il padre è in cielo". Il procuratore ha spiegato che, nel contesto dell’epoca, questo significava: " Il presidente Habyarimana è in cielo". La popolazione avrebbe interpretato questo messaggio come un sostegno di Dio a Habyarimana e, per estensione, alla politica di sterminio dei Tutsi. Reporter senza frontiere si è procurata la registrazione di questo programma e l’ha fatto ascoltare ad alcuni Rwandesi presenti nel paese all’epoca del genocidio. Nessuno di loro ha ritenuto che realizzando questo reportage Dominique Makeli avesse istigato all’odio razziale. Più di 13 anni fa, Reporter senza frontiere istituiva l’"adozione dei giornalisti prigionieri" e chiedeva ai media internazionali di sostenere un collega in detenzione. 120 redazioni nel mondo sostengono in questo modo un collega di cui chiedono regolarmente alle autorità che lo tengono prigioniero la sua liberazione e si impegnano a dare la massima visibilità mediatica al suo caso, per far sì che non venga dimenticato. Dominique Makeli è sostenuto quindi dal: Club de la presse di Bordeaux - Revue Solidarité, Club de la presse di Lille, Club de la presse di Montpellier, Club de la presse di Strasburog, Courrier International, La Lettre de l'USJ-CFDT, Le Journal du centre, Le Reflet, RTBF (Television), Södermanlands Nyheter, www.expotimes.net. Per conoscere i nomi dei giornalisti prigionieri da adottare in priorità scrivere a comunicazione@rsf.org

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