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Uffici Stampa 20 Set 2012

Rossi: “Il presidente del Parma FC impari i rapporti coi media Può non rispondere alle domande ma non può offendere”

Il Presidente del Parma FC, Tommaso Ghirardi, deve ancora imparare come ci si comporta nei rapporti con il mondo dell’informazione e con i lavoratori. E’ nel suo pieno diritto non rispondere ad una domanda nel corso di una conferenza stampa, ma non può aggredire verbalmente chi gliela fa.

Il Presidente del Parma FC, Tommaso Ghirardi, deve ancora imparare come ci si comporta nei rapporti con il mondo dell’informazione e con i lavoratori. E’ nel suo pieno diritto non rispondere ad una domanda nel corso di una conferenza stampa, ma non può aggredire verbalmente chi gliela fa.

E non può farlo tanto più motivando tale atteggiamento con il fatto che il giornalista che ha di fronte ha rivendicato quelli che ritiene i suoi diritti in sede legale. Né può permettersi di diffondere notizie non corrette su quanto accaduto in giudizio, peraltro avvenuto in prima istanza. Tanto più non avendo ancora ottemperato ad una parte della sentenza che prevedeva il pagamento di differenze retributive a favore del collega.
Esprimo solidarietà al collega Gabriele Majo, già addetto stampa del Parma Calcio, che deve confrontarsi con l’arroganza di chi, come il Presidente del Parma FC, ritiene, evidentemente, di poter mancare di rispetto ai suoi interlocutori.

ASSOSTAMPA E ORDINE DELL'EMILIA-ROMAGNA: NO ALLE INTIMIDAZIONI DEL PRESIDENTE DEL PARMA CALCIO

Il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Bologna Gerardo Bombonato e la presidente dell'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna Serena Bersani esprimono solidarietà al collega Gabriele Majo fatto segno di una violenta aggressione verbale da parte del presidente del Parma Calcio Tommaso Ghirardi durante una conferenza stampa. 
Il presidente Ghirardi può non rispondere a una domanda, non può invece additare un singolo giornalista come nemico del Parma Calcio per avere intentato una causa di lavoro contro quella società, per la quale aveva a lungo lavorato come addetto stampa.
Posto che la vicenda giudiziaria non è ancora giunta a sentenza definitiva, nulla ha essa a che vedere con il lavoro attualmente svolto dal collega come libero professionista e direttore di una testata giornalistica on line regolarmente registrata. In quanto tale, Majo ha esercitato i propri legittimi diritti di cronaca e di critica e non per questo può essere messo pubblicamente alla gogna e diffamato. 
L'Ordine e il sindacato dei giornalisti respingono al mittente atteggiamenti arroganti di chi vuole intimidire la categoria mostrando i muscoli con i colleghi non graditi per motivi del tutto estranei all'obiettivo primario, che è quello di informare.

 

@fnsisocial

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