Il Presidente del Consiglio attacca da giorni Tg3 e RaiTre, parla di giornalisti del servizio pubblico faziosi e lamenta le bugie dell’informazione. Una campagna priva di fondamento, ma non di conseguenze: perché queste pressioni intimidatorie rendono ancora più difficile il normale esercizio del diritto di cronaca.
Lo dimostra anche un episodio accaduto ieri. Le informazioni sul processo romano a Cesare Previti, che oggi i lettori del “Corriere della Sera” hanno trovato a pagina 18, erano in possesso, nelle stesse modalità, del titolare milanese della cronaca giudiziaria della Rai, Carlo Casoli. La notizia è rimasta però nella sua penna: nessuna delle 4 testate nazionali (i 3 Tg e il Giornale Radio) ha voluto ieri mandare in onda il servizio o dare la semplice informazione. E poiché le vicende serie hanno talvolta un aspetto comico, Casoli si è anche sentito fare, da una delle 4 testate, una proposta singolare: “mandaci pure il servizio, ma per cortesia non fare nomi”. Evidentemente la preoccupazione di offrire un nuovo fianco a critiche già roventi è più forte dei doveri di correttezza dell’informazione. Questa la situazione della Rai di oggi, che il Presidente del Consiglio ama invece immaginare impegnata nella militanza antiberlusconiana. Roma, 27 novembre 2005