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Sindacale 11 Ago 2009

Roberto Brunelli si dimette dal Cdr de "l'Unità" A Giovanni Maria Bellu la solidarietà dei collaboratori storici del quotidiano

Giovanni Maria Bellu riceve la solidarietà e la stima dei collaboratori storici dell'Unità come Sergio Staino, Vittorio Emiliani e Luigi Manconi, ma lo strappo del voto di gradimento agita ancora le acque del quotidiano tanto da essere seguito dalle dimissioni dal Cdr di Roberto Brunelli

Giovanni Maria Bellu riceve la solidarietà e la stima dei collaboratori storici dell'Unità come Sergio Staino, Vittorio Emiliani e Luigi Manconi, ma lo strappo del voto di gradimento agita ancora le acque del quotidiano tanto da essere seguito dalle dimissioni dal Cdr di Roberto Brunelli

«Caro direttore - scrivono sul giornale Staino, Emiliani e Manconi - abbiamo appreso, come altri, indirettamente dai giornali, che all'interno della redazione dell'Unità si sono determinati gravi contrasti sul gradimento da esprimere alla nomina a condirettore di Giovanni Maria Bellu al quale vogliamo esprimere la nostra stima per il lavoro svolto in questi mesi». Parole apprezzate dal direttore dell'Unita Concita De Gregorio che sottolinea il clima di disagio all'interno del giornale dove è in atto la cassa integrazione a rotazione e dove gli stipendi sono stati decurtati del 20 per cento a fronte di un maggiore aggravio dei carichi di lavoro. «In una situazione di crisi del comparto e di sacrificio per la redazione - spiega Concita De Gregorio - sarebbe una notizia che non vi fosse disagio. Eppure in queste condizioni difficili e gravi che io vivo tutti i giorni prevale il senso di responsabilità collettivo». Insomma, la mancata fiducia a Bellu poco avrebbe a che fare con le qualità del giornalista, ma rifletterebbe altre tensioni e altri problemi all'interno del quotidiano. Il direttore sottolinea comunque come, grazie al senso di responsabilità, prosegua il trend positivo del giornale in termini di copie vendute grazie all'impegno forte della redazione e all'arricchimento offerto dai nuovi collaboratori come Luigi De Magistris e Don Filippo Di Giacomo. Le vicende del giornale, culminate con il caso Bellu, hanno comunque spinto Roberto Brunelli, primo degli eletti nel Cdr, a lasciare l'incarico all'interno della rappresentanza sindacale: «Per quel che mi riguarda, ho passato l'ultimo anno a tentare l'intentabile: e cioè di mediare , nei miei forti limiti, tra posizioni diverse, a lavorare per una distensione, laddove la priorità rimanevano la vita della redazione, i suoi diritti, il suo orgoglio e le prospettive del giornale. Da questo punto di vista, mi considero del tutto sconfitto». «La logica dei buoni e dei cattivi, l'avvitamento delle relazioni interne, la contrapposizione manichea, gli automatismi del 'botta e rispostà dove ad un certo punto non distingui più le ragioni e i torti, l'autolesionismo di una conflittualità sempre più sterile, il tutto accompagnato da una buona dose di velenosità - prosegue - non mi appartengono. Non fanno parte della mia formazione, del mio modo d'essere, sono contrarie alle mie convinzioni più intime. Questo mi ha portato ad un forte logoramento personale, a cui oggi ritengo avere il diritto di sottrarmi. Uno stato d'animo ed una contrarietà alla piega che hanno preso le cose che mi rendono impossibile proseguire il mio lavoro dentro il Cdr». (ANSA)

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