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Giudiziaria 27 Gen 2009

Riprende il confronto su “ddl intercettazioni”, Fnsi: “Il divieto a informare è incompatibile con la libera stampa e la giustizia europea”

“Il confronto ripreso in queste ore su “ddl intercettazioni” non può diventare motivo di cancellazione della cronaca giudiziaria, né dell’introduzione di impropria limitazione al diritto dei cittadini all’informazione su come procedono le inchieste e sui loro contenuti. Immaginare di punire, di volta in volta, con pesanti sanzioni, i giornalisti o gli editori equivale ad una invocazione del delitto di omissione che non trova alcuna giustificazione nei Paesi in cui la stampa libera contraddistingue i caratteri dei sistemi democratici.

“Il confronto ripreso in queste ore su “ddl intercettazioni” non può diventare motivo di cancellazione della cronaca giudiziaria, né dell’introduzione di impropria limitazione al diritto dei cittadini all’informazione su come procedono le inchieste e sui loro contenuti. Immaginare di punire, di volta in volta, con pesanti sanzioni, i giornalisti o gli editori equivale ad una invocazione del delitto di omissione che non trova alcuna giustificazione nei Paesi in cui la stampa libera contraddistingue i caratteri dei sistemi democratici.

Gli anticorpi agli eventuali orrori di stampa esistono e se gli strumenti attuativi non funzionano al meglio, occorre semmai correggere questi e non introdurre bavagli ingiustificati. Le notizie di rilevanza penale e comunque di pubblico interesse, se conosciute da un giornalista, debbono essere pubblicate: lo impone la legge e l’etica professionale, lo richiede il buon senso. Con specifico riferimento alle intercettazioni va osservato che, quelle legittime, sono disposte dalla Magistratura e quando finiscono in atti giudiziari diventano atti pubblici. Il segreto deve essere limitato nel tempo. Ma il pubblico interesse all’informazione (come dimostrano molti casi di giustizia lenta, insufficiente e talvolta ingiusta) non può essere negato sui fatti e le circostanze di rilevanza civile. Questo principio è di valore assoluto e innegabile, come ha sentenziato la Corte di Giustizia Europea.” INTERCETTAZIONI: RELATORE DDL, PER GIORNALISTI PENE PIU' SEVERE Invece di togliere la pena del carcere per i giornalisti dal ddl sulle intercettazioni, come promesso dalla maggioranza, questa potrebbe aumentare: il presidente della commissione Giustizia della Camera, e relatore del provvedimento, Giulia Bongiorno ha, infatti, presentato 10 emendamenti al testo del governo con i quali, non solo non si cancella la condanna detentiva, ma si prevede che aumenti se ad essere pubblicati siano atti di cui è stata disposta la distruzione. Giulia Bongiorno ha poi proposto che la pubblicazione arbitraria di atti del procedimento penale sia punibile con l'arresto fino a sei mesi ''o con l'ammenda fino a 10.000 euro''. L'ammenda insomma aumenta, ma sara' in alternativa al carcere, non in aggiunta. Nel ddl Alfano, infatti, si prevede il carcere ''fino a sei mesi e con l'ammenda da euro 250 a euro 750''. In un'altra proposta di modifica si è chiesto che ci sia una deroga al principio secondo il quale non si possono fare intercettazioni ambientali a meno che non si sappia che in quel determinato luogo si stia svolgendo un'attività criminosa: cioè, si può sempre 'ascoltare' in caso di terrorismo e criminalità organizzata. Altra novità: se si vogliono prorogare le intercettazioni per altri 60 giorni, la richiesta dovrà essere autorizzata prima dal capo dell'ufficio. Giulia Bongiorno ha proposto infine di allargare la platea dei reati intercettabili aggiungendo anche la ricettazione, l'estorsione, la rapina, gli atti sessuali con una minorenne, la violenza sessuale, il sequestro di persona. (ANSA)

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