Il voto finale del Senato sul disegno di legge di riforma della Rai arriverà il 31 luglio: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, pur tra le proteste delle opposizioni – Sel, M5S e Lega – che bollano la decisione come un “contingentamento mascherato dei tempi” e “una forzatura da parte della maggioranza”.
Durante la conferenza dei capigruppo il ministro Maria Elena Boschi ha
intanto annunciato un nuovo emendamento del governo al testo “che però –
precisa la titolare del dicastero per i rapporti con il Parlamento - non sarà
integralmente sostitutivo del provvedimento”.
Anche se “non ci sarà alcun maxi-emendamento del governo né richieste di voto di fiducia - si affretta a precisare il Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli -. Il governo presenterà i propri emendamenti che non riguarderanno in nessun modo l'impianto della legge ma solo alcuni aspetti specifici”. Il Sottosegretario ha poi chiarito che “le parole del ministro Boschi sono state riferite in modo inesatto”.
In attesa dei pareri della commissione Bilancio sugli (oltre 1500) emendamenti
presentati, intanto, il disegno di legge tornerà in discussione in Aula la prossima
settimana.
Fnsi e Usigrai avevano espresso forti dubbi sul provvedimento appena ieri, nel
corso di una conferenza stampa congiunta nella sala Nassirya del Senato.
Oggi il sindacato dei giornalisti Rai ringrazia con una nota il presidente
Sergio Zavoli “per le parole pronunciate in Senato. È di interventi come i suoi
che oggi si sente bisogno. Finalmente si vola più alto del pur inevitabile
dibattito sulle alchimie per le nomine. Finalmente si parla di missione, di
ruolo, di obiettivi del Servizio Pubblico”.
“Sono queste – scrive il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani – le priorità
vere e assolute di oggi: di quale Rai Servizio Pubblico ha bisogno oggi il
nostro Paese, hanno bisogno i cittadini? E per raggiungere quali obiettivi?”
“È questo il compito più alto dei rappresentanti dei cittadini in Parlamento. Il
presidente Zavoli – prosegue la nota dell’Usigrai – ha giustamente ricordato
che oggi siamo al 73esimo posto della classifica per la libertà di stampa, e
che l'informazione è e deve essere uno dei pilastri del Servizio Pubblico. Ecco
perché raccogliamo la sua indicazione: ‘Occorre prepararsi a innovare con
coraggio’. Noi siamo pronti a farlo. In maniera radicale e riformatrice”.
“Ma sapendo tutti che – conclude il comunicato, citando ancora Zavoli – se la
Rai, invece di essere rifondata, ne uscisse ridotta nelle sue prospettive di
promozione culturale, in un paio di generazioni l'Italia perderebbe
progressivamente la memoria storica del suo passato. Tutti, allora, saremmo più
deboli nell'informare e nell'essere informati, nel sapere di più del mondo che
ci circonda, delle realtà sociali con i loro protagonisti e le loro comparse e
degli strumenti per entrare nel proprio futuro”.