Rapita in Iraq
Giuliana Sgrena:
momenti di ansia
e preoccupazione
della Fnsi, Asr ,Cpo
e Reporter senza frontiere
per l’inviata
de “Il Manifesto”
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Sono momenti di ansia e di preoccupazione per i giornalisti italiani. Giuliana Sgrena, inviata de “Il Manifesto”, è stata sequestrata in Iraq mentre esercitava il diritto-dovere di informare. Ancora una volta, un giornalista rischia di persona perché rivendica il ruolo di testimone di una brutta guerra. Il Sindacato dei giornalisti è affettuosamente solidale con la redazione de “Il Manifesto”, con la famiglia di Giuliana e con tutti coloro che la conoscono e le vogliono bene. Giuliana è una collega consapevole, preparata, che conosce bene il mondo arabo e la grave situazione dell’Iraq. Non ha colpe se non quella di scegliere sempre la strada della testimonianza diretta, elemento insostituibile per una informazione davvero libera e non sottoposta a censure e ad “arruolamenti”. La Fnsi, in sintonia con la Federazione Internazionale dei giornalisti, chiede al Governo italiano, alla coalizione e a tutti coloro che hanno un ruolo nella fragile dialettica interna alla nazione irachena, di attuare tutte le iniziative per restituire Giuliana al lavoro e agli affetti. Nello stesso tempo il Sindacato dei giornalisti conferma che respingerà ogni tentativo di interdire o limitare il diritto di cronaca e la libertà di informazione per le testate e gli inviati che volontariamente si recano in territorio iracheno. La sicurezza dei giornalisti va garantita dalle forze della coalizione e del contingente italiano evitando però ogni interferenza con la libera determinazione di fare informazione sulla guerra in Iraq”. Associazione Stampa Romana Il Direttivo dell’Associazione Stampa Romana esprime sgomento per il sequestro a Baghdad di Giuliana Sgrena, giornalista di indiscussa esperienza e professionalità, impegnata da molti anni a raccontare i problemi del mondo islamico, con attenzione particolare all’universo femminile. Giuliana è conosciuta e apprezzata non soltanto per le sue corrispondenze sul Manifesto, ma anche per i suoi numerosi saggi, libri, interventi. I giornalisti dell’Associazione Stampa Romana chiedono che il Governo faccia immediatamente tutti i passi necessari per ottenere la sua liberazione. I giornalisti romani sono vicini alla famiglia e alla redazione del Manifesto in queste ore di angoscia. Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa Romana, che comprende i rappresentanti di tutte le maggiori testate nazionali e regionali, ha interrotto questa mattina i lavori ed è andato presso la sede del Manifesto per portare ai colleghi la solidarietà di tutti i giornalisti di Roma. Anche la struttura dell’Associazione Stampa Romana è a disposizione della redazione del Manifesto a supporto di ogni iniziativa volta a favorire la rapida liberazione di Giuliana Sgrena. La Cpo/Fnsi per Giuliana Sgrena Competente, lucida ed appassionata, la collega Giuliana Sgrena ama entrare nel cuore dei fatti e spiegare le differenze. Questo rende Giuliana - inviata del Manifesto rapita a Baghdad, e di cui ci auguriamo una tempestiva liberazione – autorevole come pochi sulle questioni arabe e sul fondamentalismo islamico in particolare. Ma a rendere particolarmente preziosa la sua testimonianza intellettuale e professionale è l’attenzione che da trent’anni Giuliana Sgrena porta alle vite ed alle questioni delle donne, un’attenzione confluita in centinaia di articoli e numerosi libri e documenti fotografici sul tema delle discriminazioni sociali e civili lungo la linea che va dall’Afghanistan all’Algeria. La Commissione pari opportunità della Federazione della stampa italiana – attraverso la sua coordinatrice, Marina Cosi - sottolinea tutta la propria preoccupazione e chiede che le istituzioni italiane e gli organismi d’area attivino ogni possibile canale di trattativa. Giuliana ha partecipato ad alcune fra le iniziative attuate dalla Cpo/Fnsi (convegni e relazioni internazionali), per gettare ponti di conoscenza fra le culture transmediterranee e per tessere una rete di rapporti e di conoscenze fra giornaliste. Strumenti di dialogo ovvero di pace. Nella consapevolezza che solo conoscendo le differenze e facendosene testimone critico si possa svolgere autorevolmente il proprio lavoro di giornalista, oltre che esercitare il dovere umano e civile di agire per l’affrancamento delle donne e contro ogni altra prevaricazione. In attesa di nuove confortanti notizie, la Cpo/Fnsi proseguirà nelle iniziative già avviate con le colleghe e con le realtà di Paesi arabi e del mondo islamico. Reporter senza frontiere : "profonda inquietudine" per Giuliana Sgrena, l'inviata del Manifesto rapita a Baghdad "Dopo la scomparsa dell'inviata di Libération Florence Aubenas e del suo interprete Hussein Hanoun, il rapimento di Giuliana Sgrena è una nuova dimostrazione, una di più, del pericolo permanente con il quale sono confrontati i giornalisti in Irak. Chiediamo ai rapitori di liberare al più presto la giornalista italiana, professionista stimata e con una grande esperienza, inviata di un quotidiano impegnato a rendere conto delle sofferenze del popolo iracheno dopo l'offensiva americana. La mobilitazione per Giuliana Sgrena deve essere immediata e massiccia. Non bisogna dimenticare che nel caso delle due umanitarie italiane Simona Torretta e Simona Pari, e dei reporter francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot, la mobilitazione internazionale è stata determinante." L'organizzazione Reporter senza frontiere esprime la propria solidarietà alla famiglia di Giuliana Sgrena e alla redazione del Manifesto. "Ricordiamo che per i giornalisti l'Irak resta il paese più pericoloso del mondo. Almeno 31 sono stati uccisi e altri 17 rapiti dall'inizio del conflitto nel marzo 2003. E tuttavia è imperativo che i media stranieri continuino a rendere conto della situazione di questo paese", ha aggiunto Reporter senza frontiere. Giuliana Sgrena, inviata speciale del Manifesto è stata rapita verso le 14 (11 Gmt) , nelle vicinanze di una moschea sunnita del quartiere Al-Jadriya, non lontano dall'Università di Baghdad. Viaggiava in automobile, in compagnia del suo interprete, per andare a intervistare i profughi di Falluja. Mentre parlava con un collega italiano, un gruppo di uomini armati che circolava a bordo di un minibus ha sparato contro l'automobile costringendola a fermarsi. Giuliana Sgrena è stata trascinata fuori dalla macchina e portata via. Il suo interprete, la cui identità non è stata rivelata, non è stato rapito e ha potuto dare l'allarme. Sarebbe attualmente interrogato dai militari americani. Nessuna indicazione, ovviamente, sul luogo dove l'inviata del Manifesto è stata condotta e sequestrata. Il rapimento è stato confermato dal ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini e dalla polizia locale. Per ora, nessuna rivendicazione è stata formulata. Secondo il ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, Giuliana Sgrena potrebbe essere stata rapita da un gruppo sunnita. "Auspico che i rapitori siano dei professionisti", ha dichiarato il giudice Di Pietro, "in modo che possano presto accorgersi che è una giornalista schierata contro la guerra e trarne le dovute conseguenze". "Giuliana ci ha telefonato un quarto d'ora fa per dire che stava bene. Ma cinque minuti più tardi il suo interprete ha ritelefonato per dire che era stata rapita vicino a una moschea", ha dichiarato all'agenzia France Presse il condirettore del Manifesto Gabriele Polo, confermando l'informazione diffusa pochi attimi prima dall'Ansa. Giuliana Sgrena, 56 anni, è una specialista del Medio Oriente e del fondamentalismo islamico. Ha pubblicato diversi libri, in particolare "La schiavitù del velo" (Manifestolibri 1995) e "Kahina contro i califfi" (Datanews, 1997). Ha seguito, per il Manifesto, i conflitti in Afghanistan, Somalia e Algeria. Diversi italiani sono stati rapiti in Irak dall'inizio del conflitto, in particolare il reporter Enzo Baldoni del settimanale Diario, sequestrato e assassinato dall'Esercito islamico in Irak. Enzo Baldoni era stato rapito il 19 agosto 2004 sulla strada da Baghdad a Najaf. La sua esecuzione era stata filmata e rivendicata il 26 agosto dall'Esercito islamico in Irak. Il governo di Roma aveva rifiutato di cedere alle pressioni del gruppo terroristico che esigeva il ritiro dei militari italiani dall'Irak.