«Le rassicurazioni del ministro Giorgetti sulla mancata volontà di fare cassa con la vendita delle torri non fugano i dubbi: il testo dice altro e i tempi non tornano», Lo evidenzia, in una nota, l'Esecutivo Usigrai. «Del resto – incalzano i rappresentanti sindacali – il decreto fa riferimento all'obiettivo di vendere le azioni per rafforzare la posizione patrimoniale dell'azienda. Se l'obiettivo è quello di ripianare il bilancio della Rai, governo e parlamento provvedano prima a restituire alla concessionaria del servizio pubblico la totalità dei ricavi dal canone».
Inoltre, prosegue l'Usigrai, «se, come dice Giorgetti, i ricavi di una eventuale vendita devono servire ad attuare gli obblighi del prossimo Contratto di Servizio, perché prevedere questa ipotesi circa 18 mesi di anticipo? Se e come vendere Rai Way dovrebbe dunque essere deciso solo dopo l'approvazione del prossimo Contratto di Servizio. Ma anche in questa ottica non appare comunque coerente l'ipotesi che una entrata una tantum da una vendita possa servire a realizzare un Contratto di Servizio che invece è pluriennale».
Per l'Usigrai, dunque, «restano troppe le incertezze per una operazione che punta a privare la Rai di un asset strategico di servizio pubblico».