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Fnsi 06 Feb 2004

Rai, Siddi: “Anche Mimun ha liste di proscrizione nel cassetto?” Natale: “Come risponde l’azienda agli insulti del Direttore del Tg1?”

Rai, Siddi: “Anche Mimun ha liste di proscrizione nel cassetto?”Natale: “Come risponde l’azienda agli insulti del Direttore del Tg1?”

Rai, Siddi: “Anche Mimun ha liste di proscrizione nel cassetto?”
Natale: “Come risponde l’azienda agli insulti del Direttore del Tg1?”

Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi ha dichiarato: “Anche Mimun, dopo tanti politici, tiene liste di proscrizione nel cassetto?” E’ quanto si chiede il presidente della Fnsi Franco Siddi che giudica “assolutamente sorprendenti le estemporanee dichiarazioni, rilasciate all’Espresso dal direttore del Tg1 nei confronti di due giornalisti di punta della sua testata, Tiziana Ferrario e Davide Sassoli, indicati come i “sepolcri imbiancati” da lui messi sotto tiro. Queste affermazioni - prosegue il presidente della Fnsi - appaiono vere e proprie insinuazioni offensive, impropri annunci di non gradimento, se non rimozione, a mezzo stampa. Forse il direttore del Tg1 considera nemici pericolosi seri professionisti spesso impegnati anche sui fronti di guerra con un’attività che reca decoro e prestigio alla professione giornalistica e allo stesso Telegiornale? Da un professionista di alta caratura, come si pretenda debba essere e sia il direttore del Tg1, si aspettano, tanto più in un momento come questo, atteggiamenti più seri e rispettosi, non un inaccettabile chiacchiericcio lesivo della personalità morale e professionale dei collaboratori, né liste di proscrizione a futura memoria”. Natale: “Come risponde l’azienda agli insulti del Direttore del Tg1?” Le dichiarazioni riportate dall’“Espresso” di oggi mostrano quale sia la propensione al dialogo del Direttore del Tg1: incapace di rispondere alle molte critiche ricevute sui contenuti del giornale, preferisce insultare i due colleghi Ferrario e Sassoli e tutta la redazione. Il problema, a questo punto, non è più Mimun, ma l’azienda dalla quale dipende. Il vertice Rai non può pensare di ignorare le pubbliche offese ad altri suoi dipendenti. Se non arriva una netta censura di questa esternazione, i colleghi chiamati in causa saranno legittimati a rispondere in maniera egualmente pubblica, ed il sindacato dei giornalisti Rai tutelerà il loro pieno diritto di esprimersi. O le norme aziendali sugli interventi all’esterno – alle quali la Rai mostra di tenere tanto – vengono rispettate anche dai dirigenti, oppure ogni singolo dipendente sarà libero di difendersi in ogni sede. Dica il vertice aziendale se considera accettabili questi comportamenti; e faccia sapere anche se ritiene legittimo che, in un telegiornale del servizio pubblico, possano esserci parlamentari che non compaiono perché invisi al Direttore (come è successo nei giorni scorsi all’onorevole Giulietti, mancato ospite di “Uno Mattina”). Sono quelle che cerca di imporre Mimun le uniche “forche caudine” del Tg1.

@fnsisocial

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