«Il principale obiettivo della mia direzione è siglare un nuovo patto di fiducia con i telespettatori, che passi soprattutto attraverso un moderno modo di informare in coerenza con il servizio pubblico. E per tutta l'estate abbiamo lavorato al nuovo Contratto di Servizio che manca ormai da ben cinque anni». Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il direttore generale della Rai Mario Orfeo.
«Con il Contratto di Servizio – aggiunge – faremo un altro passo in avanti verso un nuovo assetto della tv pubblica, con un numero diverso di canali e un'identità più marcata per ciascuno di essi, in una logica di peculiarità e differenziazione più simile alle altre grandi tv pubbliche europee». Insomma, «nuovi canali e meno testate».
«L'Usigrai è pronta da anni a discutere una profonda riforma editoriale delle news della Rai. Ci auguriamo che questa volta si faccia sul serio e che finalmente l'azienda ci proponga un confronto reale su un progetto credibile», è la risposta dell'Usigrai, che incalza: «In questo quadro recuperare il gap sul web e i social è vitale: ritardi su questo fronte sarebbero inspiegabili e metterebbero a rischio il futuro della Rai. Al Direttore generale diciamo poi che guardiamo con grande preoccupazione al Contratto di Servizio: il tema delle risorse è ineludibile».
Tema, quello delle risorse, che anche Orfeo affronta chiedendo «una programmazione strategica finanziaria che dia a viale Mazzini delle certezze. Anche perché gli anni, per la Rai, non sono tutti uguali», osserva.
«Come lo stesso Dg ha ammesso, la riforma del canone ha portato benefici reali e duraturi alle casse dello Stato ma non a quelle della Rai. In questo Contratto – conclude l'Usigrai – serve la svolta: agli impegni del servizio pubblico, che auspichiamo crescenti e con una forte impronta di innovazione, devono corrispondere risorse economiche certe, adeguate e di lunga durata».