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Servizio pubblico 31 Ago 2017

Rai, Orfeo: «Ecco come cambierà  il servizio pubblico». Usigrai: «Pronti da anni a discutere la riforma editoriale»

Il Dg annuncia nuovi canali e meno testate nel nuovo piano delle news, «ma serve certezza sulle risorse». La risposta del sindacato dei giornalisti Rai: «Ci auguriamo che questa volta si faccia sul serio e che finalmente l'azienda ci proponga un confronto reale su un progetto credibile».

«Il principale obiettivo della mia direzione è siglare un nuovo patto di fiducia con i telespettatori, che passi soprattutto attraverso un moderno modo di informare in coerenza con il servizio pubblico. E per tutta l'estate abbiamo lavorato al nuovo Contratto di Servizio che manca ormai da ben cinque anni». Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il direttore generale della Rai Mario Orfeo.

«Con il Contratto di Servizio – aggiunge – faremo un altro passo in avanti verso un nuovo assetto della tv pubblica, con un numero diverso di canali e un'identità più marcata per ciascuno di essi, in una logica di peculiarità e differenziazione più simile alle altre grandi tv pubbliche europee». Insomma, «nuovi canali e meno testate».

«L'Usigrai è pronta da anni a discutere una profonda riforma editoriale delle news della Rai. Ci auguriamo che questa volta si faccia sul serio e che finalmente l'azienda ci proponga un confronto reale su un progetto credibile», è la risposta dell'Usigrai, che incalza: «In questo quadro recuperare il gap sul web e i social è vitale: ritardi su questo fronte sarebbero inspiegabili e metterebbero a rischio il futuro della Rai. Al Direttore generale diciamo poi che guardiamo con grande preoccupazione al Contratto di Servizio: il tema delle risorse è ineludibile».

Tema, quello delle risorse, che anche Orfeo affronta chiedendo «una programmazione strategica finanziaria che dia a viale Mazzini delle certezze. Anche perché gli anni, per la Rai, non sono tutti uguali», osserva.

«Come lo stesso Dg ha ammesso, la riforma del canone ha portato benefici reali e duraturi alle casse dello Stato ma non a quelle della Rai. In questo Contratto – conclude l'Usigrai – serve la svolta: agli impegni del servizio pubblico, che auspichiamo crescenti e con una forte impronta di innovazione, devono corrispondere risorse economiche certe, adeguate e di lunga durata».

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