Rai, Mieli ha rinunciato
Serventi Longhi:
"Ancora una volta
ha prevalso il conflitto
d'interessi di Berlusconi"
Siddi: "Subito nuovi criteri
prima di altri nomi"
Paolo Mieli ha rinunciato all’incarico di presidente della Rai. In una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, Mieli afferma, tra l’altro, di avere preso questa decisione a causa di difficoltà tecnico- politiche. “Chi voleva che Mieli rinunciasse l’ha spuntata – ha dichiarato Paolo Serventi Longhi, Segretario generale della Fnsi – una ipotesi di Rai guidata da manager realmente indipendenti dal potere politico non si è concretizzata nonostante l’impegno dei Presidenti delle Camere. Ancora una volta il conflitto di interessi del Capo del Governo ha prevalso. La situazione si fa talmente grave da rendere impossibile una valutazione positiva rispetto a qualunque soluzione alternativa a Mieli. A questo punto occorre azzerare tutto il Consiglio e stralciare dalla riforma della comunicazione un provvedimento urgente che ridefinisca i criteri di nomina del Cda Rai in tempi rapidissimi. La Federazione della Stampa valuterà nelle prossime ore insieme all’Usigrai le iniziative da assumere”. "Siamo ad una crisi istituzionale, grave e sconfortante - ha dichiarato Franco Siddi, Presidente della Fnsi - il sistema misto di guida del servizio pubblico radiotelevisivo (Cda scelto dai Presidenti delle Camere, direttore generale scelto dal Governo) non ha retto per responsabilità che stanno diventando brutalmente chiare. Allo stato delle cose, appare che il Governo abbia usato lo strumento di nomina che gli appartiene del direttore generale per impedire la definizione di un passaggio di garanzia che i Presidenti delle Camere avevano individuato. Questa è crisi istituzionale, aggravata dal fatto che in discussione ci sono la missione del servizio pubblico e la centralità di una informazione pluralistica e corretta quale elemento fondante della democrazia. Nonostante i falchi e i corvi della politica spartitoria, il senso dello sforzo del Senatore Pera e dell’Onorevole Casini non va disperso. No a nuove nomine vecchio stile, si ad uno stralcio legislativo bipartisan, urgente, condiviso, che fissi nuove regole di nomina e principi essenziali di autonomia della Rai almeno fino alla definizione di una nuova legge di sistema. Non può essere permesso a nessuno di affondare un’Azienda che è patrimonio non di fazioni politiche ma di tutti gli italiani".