Adusbef, Arci, Articolo 21, Associazione Stampa Romana, C3Dem, Federconsumatori, Indignerai, Legambiente, Libertà e Giustizia, Moveon Italia, Net Left, Unione Artisti e altre chiedono di aprire il dibattito pubblico sulla Rai.
Alla vigilia della riunione della Commissioni di Vigilanza,
in programma per domani, alcune associazioni di utenti e lavoratori, tra cui
Stampa Romana e Articolo 21, intervengono sulla nomina dei nuovi vertici della
Rai, chiedendo di aprire il dibattito sul Servizio pubblico.
“Domani la Commissione di Vigilanza nominerà i nuovi vertici Rai: un passaggio
frettoloso – scrivono in una nota – che avviene a riforma incompiuta, col
sistema lottizzatorio della Legge Gasparri ancora vigente, e senza pubblicità e
trasparenza dei curricula dei candidati”.
“Le tappe forzate dell’iter legislativo di Riforma al Senato, motivate –
prosegue il comunicato – con la necessità di garantire nuovi criteri di nomina
alla scadenza del Cda, si sono dimostrate solo un mezzo per escludere dal
processo riformatore le parti sociali e i cittadini, che pagando il canone sono
i veri azionisti della Rai”.
Le associazioni di utenti e lavoratori, riunite nell’azione collettiva di
difesa e rilancio del servizio pubblico-bene-comune, chiedono quindi che il
processo di riforma non si arresti di fronte a soluzioni sbrigative e minimali
come un mero “cambio della guardia” ai vertici della maggiore industria
culturale del Paese.
“Un atto d’imperio, quest’ultimo, che lascia il tempo che trova – scrivono le
associazioni – rispetto alla necessità di rivoluzionare l’intero sistema delle
comunicazioni in Italia, risolvendo anche le annose e improcrastinabili
questioni del conflitto di interessi e dei limiti antitrust. Le associazioni
chiedono dunque che si riapra il dibattito sul destino del servizio pubblico e
sul ruolo della Rai, facendo uscire fuori dal Palazzo la discussione e aprendo
il processo di riforma alle istanze sociali, già manifestate attraverso il
Tavolo ‘La Rai ai cittadini’ e la piattaforma programmatica presentata”.
Inoltre le associazioni “considerano i futuri vertici, nominati con le vecchie
regole, solo transitori rispetto all’approvazione di una nuova legge ‘partecipata’,
che configuri non soltanto la governance, ma anche la missione e i contenuti
del servizio pubblico. II nuovi consiglieri d’amministrazione, il Direttore
generale e il presidente saranno però responsabili in concreto, durante il loro
mandato, della missione del servizio pubblico”.
“Pertanto – conclude la nota – i cittadini hanno il diritto di conoscere quale
idea di servizio pubblico hanno i nuovi vertici, come cioè intendono tradurre in azione di governo la
missione aziendale, rispondendo agli interessi ampi e diffusi della società”.