Rai, il presidente Lucia Annunziata si è dimessa: "Il Cda è stato trasformato in una buca delle lettere". Serventi Longhi: "Piena solidarietà all'Annunziata, costretta ad andarsene". Siddi: "No a Cda 'smart'. Basta con l'arroganza dei partiti"
Lucia Annunziata si è dimessa dalla carica di presidente della Rai ed ha diffuso una lettera nella quale spiega le motivazioni. ''Alle 12.15, dunque con meno di tre ore di preavviso - scrive nella lettera - a spregio dunque di ogni regola del diritto societario, il direttore generale ha proposto al Consiglio una serie di nomine chiave per la gestione dell'azienda e di sue societa' consociate. (Questo e' possibile perche' la maggioranza dei consiglieri sin dall'inizio ha autorizzato una interpretazione forzata dei regolamenti che ha trasformato il Cda in una buca delle lettere nella quale vengono ratificate decisioni prese in luoghi altri che non sono quelli aziendali)''. ''Queste nomine - continua Annunziata - inviate in 18 pagine scritte a mano, a testimoniare la fretta e mancanza di ogni rispetto di iter aziendale, stravolgono completamente il profilo dell'azienda, rendendo chiari i condizionamenti esterni e di fatto eliminando ogni pluralismo interno''. Nella lettera Annunziata prosegue: ''Questo e' l'ultimo atto di una organizzata campagna della maggioranza tesa al controllo pieno del servizio pubblico. Le tappe piu' recenti di questa campagna le ricordiamo qui per la pubblica opinione: un piano industriale votato senza l'approvazione della presidenza, perche' concentrato in investimenti immobiliari di 800 milioni di euro per il rifacimento degli studi a Roma e Milano; la presentazione di un piano di riorganizzazione dell'azienda, anche questo votato con il parere contrario della presidenza, perche' concentra in poche mani l'azienda, riducendo l'autonomia delle reti e dei giornalisti; infine queste nomine che ratificano il progetto di occupazione della Rai, non a caso dopo l'approvazione della Gasparri, e dopo una intensa campagna di delegittimazione della presidenza di garanzia, da mesi schiacciata sotto la maggioranza del 4 a 1, passata anche per attacchi personali e minacce al presidente''. ''Con queste nomine e con questo metodo - prosegue nella lettera Lucia Annunziata - si cambia radicalmente l'azienda sia nelle strutture che nei suoi dirigenti: un atto che porta all'annullamento di ogni forma di autonomia e di pluralismo a danno di almeno meta' del Parlamento e di quella meta' del Paese che il Parlamento rappresenta. Tutto il potere concentrato nelle mani di pochi fedelissimi''. ''Di fronte a tale atto - scrive Annunziata - non posso limitarmi a votare contro. Dopo mesi di isolamento dentro il consiglio e di mancanza di qualunque positiva interazione con la direzione generale, non posso che sottolineare la illegittimita' di questo modo di procedere, nella maniera piu' dignitosa che io conosco: esercitando il mio ruolo di presidente di garanzia un'ultima volta, in testimonianza alle istituzioni che questo ruolo mi hanno affidato. Mi dimetto, dunque, per sottolineare che i limiti del pluralismo interno sono stati superati e che questo consiglio opera in condizioni di illegittimita'''. Lucia Annunziata conclude la sua lettera rivolgendosi ai giornalisti e a tutti i dipendenti della Rai. ''Finisco con un saluto e un invito ai colleghi giornalisti e a tutti i dipendenti della Rai: ci sono molte piu' regole nella nostra professione e in questo Paese di quante ne potra' violare o annullare un qualunque consiglio della Rai. Li invito a rispettare queste regole, che rimangono la base del servizio pubblico e del nostro rapporto, come Rai, con i cittadini. Grazie a tutti''. (ANSA). Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il Sindacato dei giornalisti esprime la più affettuosa solidarietà a Lucia Annunziata costretta alle dimissioni da un nuovo grave atto di occupazione politica del servizio pubblico della Rai da parte della maggioranza e del Governo. Il ruolo di garanzia previsto per il Presidente è stato stracciato e offeso dal direttore generale e da quattro componenti del consiglio di amministrazione. Ormai da tempo le decisioni venivano prese senza alcuna consultazione in un quadro di riorganizzazione dell’azienda finalizzato a privilegiare il ruolo di controllo di Flavio Cattaneo. La progressiva eliminazione di bravi professionisti, dai ruoli chiave dell’informazione Rai rappresenta solo l’ultimo episodio di una strategia che porta all’occupazione totale di ogni spazio da parte del Governo. A quasi un mese dalle elezioni europee l’intero servizio pubblico ha, quindi, blindato quasi tutta l’informazione e chi è fuori dal gioco rischia quotidianamente. Si tratta di una situazione gravissima che richiede l’intervento immediato dei Presidenti delle Camere, che hanno affidato a Lucia Annunziata il ruolo di garanzia, e le dimissioni immediate dell’intero Consiglio per consentire una immediata verifica delle condizioni di una gestione pluralista e equilibrata della Rai. Oggi queste condizioni non esistono più.” Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Le dimissioni di Lucia Annunziata sono il frutto della vittoria brutale della Rai dei partiti, soprattutto dei vincitori, c’e’ sempre meno la Rai degli italiani. Le dimissioni del Presidente di Garanzia sono un legittimo atto di protesta, al culmine di una brutta vicenda, con buona pace dell’autonomia professionale e del pluralismo, i veri beni da tutelare in nome del popolo italiano. Le pretese nomine direttive in piena campagna elettorale sono l’ultima lesione ad una condizione di autonomia e di indipendenza del servizio pubblico che da tempo è stata perduta. E ora c’è addirittura una voglia di comando orientata a duplicare i penosi capitoli della Rai smart del precedente CdA. Se si continua a considerare la Rai bottino di guerra di chi vince, che vuole solo comandare, potere esclusivo dei partiti, e a considerare il CdA, (consiglieri consenzienti) esclusiva proiezione dei partiti, non ci sarà futuro. A questo punto tutti abbiano il coraggio di andare fino in fondo e si assumano le proprie responsabilità sino alla nomina di un nuovo CdA, anche con le nuove deprecate regole Gasparri. Ma la si smetta con i colpi di mano “smart”. Per i giornalisti è fondamentale riprendere in mano tutte le proprie risorse professionali e sindacali a sostegno dell’autonomia dell’informazione, con ogni determinazione possibile, attraverso l’attività individuale e collettiva.