Rai, il ministroTremonti scrive al Cda: "Mantenete l'incarico" Serventi Longhi:"O il ministro rivendica i poteri e vara un nuovo Cda oppure la sua è solo ingerenza". Le proteste di Gentiloni (Margherita) e Giulietti (Ds): "Un fatto di inaudita gravità".Natale (Usigrai): "L'azienda è al laccio del Governo"
Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, ha scritto ai consiglieri di amministrazione della Rai per invitarli a mantenere il loro incarico dopo le dimissioni del presidente Lucia Annunziata. L'azionista di riferimento, a quanto si apprende, ha richiamato i consiglieri al senso si responsabilita'. La lettera di Tremonti e' giunta stamattina a viale Mazzini e i consiglieri ne prenderanno visione tra poco, prima dell'inizio del cda del pomeriggio. La lettera, sempre a quanto si apprende, contiene un invito ai consiglieri a mantenere il loro incarico e a svolgerlo nel modo piu' adeguato per il bene dell'azienda. Il ministero del'Economia e' attualmente, attraverso Rai Holding, l'azionista di riferimento della Rai e, secondo quanto prevede la legge Gasparri appena approvata, avra' un ruolo decisivo nei nuovi criteri di nomina previsti dall'articolo 20: indichera' il nome del presidente (che dovra' ricevere il gradimento dei due terzi della Commissione di Vigilanza) e di un secondo consigliere. (ANSA). La lettera del ministro Tremonti ai consiglieri del Cda della Rai ''appartiene al teatro dell'assurdo, politico e giuridico''. Lo sostiene il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi. ''Delle due l'una: - afferma Serventi - o Tremonti rivendica i poteri che la Gasparri gli affida in quanto ministro dell'economia e allora occorre applicare la legge integralmente e varare il nuovo Cda con le norme previste dalla Gasparri stessa. Oppure il Ministro interviene su podesta', esercitate dai Presidenti delle Camere in base alla vecchia legge, ed allora si tratta di una indebita grave ingerenza in una vicenda in cui il Ministro e' incompetente''. Il segretario Fnsi si chiede perche' ''il governo insista con ostinazione a sostenere il Cda a quattro ed il direttore generale Cattaneo''. ''Sarebbe piu' facile pensare - aggiunge Serventi - che i cinque oggi rimangano in sella per il loro stipendio, ma la ragione, invece, e' politica. E sta probabilmente nella necessita' di blindare il Consiglio almeno fino alle elezioni europee. Con tanti saluti alla credibilita' dell'azienda, alla sua efficienza, all'equilibrio e alla correttezza dell'informazione''.(ANSA). "La lettera di Tremonti è una invasione di campo non giustificata né dalla legge del 1993 in base alla quale il CdA è stato nominato, né dalla legge Gasparri attualmente in vigore". Lo sostiene in una nota il Capogruppo della Margherita in Commissione di Vigilanza, Paolo Gentiloni, sottolineando che "a questo punto i Presidenti di Camera e Senato devono far sentire la loro voce sulla insostenibilità del prolungarsi del vertice da loro nominato senza il Presidente di garanzia". "L'autonomia del vertice Rai dal Ministero del Tesoro - prosegue l'esponente dielle - risponde, tra l'altro, anche al giudicato della Corte Costituzionale che ha sempre insistito sulla separazione tra Governo e servizio pubblico televisivo. Oggi stesso - conclude - chiederò alla Commissione di Vigilanza di chiarire ruoli e competenze nei rapporti con il vertice RAI, stigmatizzando l'invasione di campo di Tremonti". (Apcom) Un intervento ''in contrasto con le leggi'': cosi' il presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Claudio Petruccioli, definisce la lettera di Giulio Tremonti ai consiglieri Rai. Scrivendo al ministro Tremonti, Petruccioli dice di aver appreso ''dalle agenzie di stampa di una sua lettera ai Consiglieri di amministrazione della Rai con la quale rivolge loro l'invito a rimanere al proprio posto. Considero questo suo intervento - sottolinea Petruccioli - in contrasto con le leggi e con una consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale che escludono poteri del governo sulla concessionaria del servizio pubblico''. (ANSA). ''La lettera del ministro Tremonti per invitare i consiglieri di amministrazione della Rai a restare in carica dopo le dimissioni forzate della presidente Lucia Annunziata, rappresenta un fatto di inaudita gravita' e anche di assoluta mancanza di rispetto istituzionale'': lo sostiene Giuseppe Giulietti (Ds), componente della Commissione di Vigilanza. ''Tutte le sentenze della Corte Costituzionale - dice Giulietti - concordano nel ritenere che il governo non possa svolgere una attivita' di ingerenza permanente nei confronti della Rai. I consiglieri di amministrazione sono stati nominati non dal governo, ma dai presidenti delle Camere che hanno sin qui tenuto un atteggiamento di assoluto riserbo. L'intervento a gamba tesa del ministro Tremonti - sottolinea Giulietti - rivela come il governo abbia ormai perso il senso delle regole e tenti in modo palese di controllare il servizio pubblico trasformandolo in un servizio d'ordine del governo del presidente del consiglio. Per queste ragioni, gia' nella seduta di oggi - annuncia Giulietti - solleveremo la questione della gravissima interferenza nella sede della Commissione Parlamentare di Vigilanza e siamo certi che le Autorita' di garanzia ed Istituzionali, in primo luogo i presidenti delle Camere, troveranno questa volta il modo di far sentire la loro voce a tutela dell' autonomia del servizio pubblico e della stessa dignita' delle istituzioni che hanno nominato il consiglio di amministrazione della Rai''. Per Giulietti ''la lettera del ministro Tremonti e', infine, una palese intimidazione nei confronti di quei consiglieri che stavano responsabilmente riflettendo sulla opportunita' di presentare le dimissioni. Ci auguriamo che, anche per rispetto verso se stessi, vogliano riaffermare la propria autonomia intellettuale di fronte allo scriteriato gesto del ministro''. (ANSA). ''La Rai al laccio del governo. La lettera del ministro Tremonti ai consiglieri di amministrazione rende ulteriormente chiaro che il servizio pubblico e' oggi il portavoce dell'esecutivo e da esso trae la sua legittimazione'': lo dice il segretario dell'Usigrai, Roberto Natale. ''Il ministro dell' Economia - dice Natale - esercita senza infingimenti il ruolo decisivo che la legge Gasparri si e' preoccupata di assegnargli anche nella nomina del prossimo vertice. La Corte costituzionale aveva detto che la Rai non sarebbe piu' dovuta tornare sotto il controllo del governo. Ci siamo invece in pieno, in linea di fatto e in linea di diritto. Ma chi lavora nel servizio pubblico non e' per nulla rassegnato a questo esito - conclude Natale - e chiede che i soggetti istituzionali competenti facciano sentire la loro voce a tutela dell' autonomia della Rai''. (ANSA).