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Editoria 09 Dic 2014

"Salviamo ora i giornali coop, non profit e di idee" Rossi: qualcosa si sta muovendo, valuteremo fatti

Negli ultimi due anni 32 testate hanno chiuso i battenti, a causa delle difficoltà del sistema dell'informazione, ma anche della riduzione del sostegno pubblico. Altre 82 testate potrebbero essere costrette a farlo nelle prossime settimane se il governo non assicurerà i rimborsi per il 2013 e non stanzierà i fondi per questo e gli anni a venire. E' l'allarme lanciato da sindacati e associazioni di settore in una conferenza stampa al Senato dal titolo 'Salviamo i giornali cooperativi o non profit'. Degli oltre 50 milioni promessi per l'anno passato, il governo ne ha al momento messi a disposizione meno della metà. Il sottosegretario con delega all'Editoria Luca Lotti è al lavoro per reperire le risorse tra i fondi a disposizione della Presidenza del Consiglio e - secondo le ultime informazioni - dovrebbe presto essere garantita una somma complessiva di poco superiore ai 55 milioni per il 2013.

Negli ultimi due anni 32 testate hanno chiuso i battenti, a causa delle difficoltà del sistema dell'informazione, ma anche della riduzione del sostegno pubblico. Altre 82 testate potrebbero essere costrette a farlo nelle prossime settimane se il governo non assicurerà i rimborsi per il 2013 e non stanzierà i fondi per questo e gli anni a venire. E' l'allarme lanciato da sindacati e associazioni di settore in una conferenza stampa al Senato dal titolo 'Salviamo i giornali cooperativi o non profit'. Degli oltre 50 milioni promessi per l'anno passato, il governo ne ha al momento messi a disposizione meno della metà. Il sottosegretario con delega all'Editoria Luca Lotti è al lavoro per reperire le risorse tra i fondi a disposizione della Presidenza del Consiglio e - secondo le ultime informazioni - dovrebbe presto essere garantita una somma complessiva di poco superiore ai 55 milioni per il 2013.

Per quanto riguarda il futuro gli stanziamenti dovrebbero arrivare con emendamenti alla legge di stabilità al Senato. Il tema è lanciato oggi in prima pagina da Il Manifesto che titola 'Un solo padrino' con una foto a tutta pagina di Al Pacino con in mano il quotidiano e l'editoriale del direttore Norma Rangeri. "Con una scelta senza precedenti - si legge -, il governo taglia i rimborsi per l'editoria 2013 già previsti nel bilancio dello stato e degli editori. Una vera e propria decapitazione del 'manifesto' e di una parte dell'informazione. Nessuna logica economica spiega questa spending review. Se Palazzo Chigi non tornerà sui suoi passi, di soldi ne dovrà spendere assai di più per fronteggiare il fallimento di decine di testate e il licenziamento di centinaia di lavoratori". "Se non vi è intervento immediato - ha spiegato Vincenzo Vita di Articolo 21, che ha moderato l'incontro -, decine di testate chiuderanno. E' una questione tutta politica, non si può contrabbandare per una scelta finanziaria". "Stiamo cercando di convincere gli interlocutori e abbiamo ritorni positivi, ma giudicheremo dai fatti - ha avvertito il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi -. Il pluralismo non può essere lasciato a meccanismi di mercato. Nei primi sei mesi dell'anno sono stati persi più di 600 posti di lavoro, questi tagli non farebbero altro che moltiplicare i costi in termini di ammortizzatori sociali". "Invito il governo a dichiarare le proprie intenzioni - ha aggiunto Roberto Calari, coordinatore di Mediacoop -, non si elimina il pluralismo con una tabella allegata al patto di stabilità. Non si può agire in questo modo, per rispetto dei cittadini e dei lavoratori". "Mai fino ad oggi si era registrato un attacco così pesante alla libertà e al pluralismo dell'informazione - ha dichiarato Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil -. Ciò produrrà effetti pesanti sui livelli occupazionali dell'intero settore". Il segretario della Sinagi, Giuseppe Marchica, ha espresso timori per la liberalizzazione della distribuzione, spiegando che "ciò comporterà la sparizione delle edicole professionali e un grave danno per il patrimonio culturale italiano". I senatori presenti, Luciano Uras (Sel), Francesco Verducci (Pd) e Silvana Comaroli (Lega Nord) hanno garantito il loro impegno per l'approvazione degli emendamenti alla legge di stabilità al Senato. (ANSA).       CAS 09-DIC-14 16:40 NNN ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

SALVIAMO L'EDITORIA COOP E NON PROFIT
L’editoria cooperativa, non profit, di idee e testimonianza, che opera in gran parte nel settore dell’informazione locale, rischia di scomparire. Nel corso degli ultimi due anni, trentadue testate hanno chiuso i battenti, a causa delle difficoltà generali che il sistema dell’informazione sta attraversando ma – soprattutto -dalla progressiva e drastica riduzione del sostegno pubblico. Altre ottantadue testate potrebbero essere costrette a farlo nelle prossime settimane, ponendo fine alla esperienza cooperativa e non profit nel campo della informazione: infatti, la Legge di stabilità 2015, in discussione in Parlamento, ne cancella del tutto il sostegno.Per informare l’opinione pubblica sulla drammaticità della situazione e per chiedere al Senato di ripristinare i sostegni necessari per evitare un colpo durissimo al pluralismo ed al diritto ed alla qualità dell’informazione FNSI, USPI, Articolo21, ACI–Comunicazione, File, Mediacoop, FISC, Slc-CGIL, ANSO hanno convocato una Conferenza Stampa
Roma, 9 Dicembre 2014 - ore 12.00
Sala Nassiriya – Senato della Repubblica Parteciperanno Parlamentari, operatori e associazioni di settore

EDITORIA: SLC CGIL, CON TAGLI ATTACCO MAI VISTO A PLURALISMO E INFORMAZIONE
''Mai fino ad oggi si era registrato un attacco così pesante alla libertà e al pluralismo dell'informazione''. Lo ha detto Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, nel corso della conferenza stampa in corso al Senato sui tagli all'editoria. ''Siamo di fronte, non sappiamo se per scelta o per ignoranza, probabilmente per entrambe, ad un'azione che colpisce nell'ordine la Rai, col taglio di 150 milioni e la vendita di Rai Way; il taglio drastico dei contributi all'editoria, che colpirà inevitabilmente l'editoria no profit, nonché tutta l'emittenza locale. E infine - accusa ancora Cestaro - la decisione sciagurata che riguarda le edicole e che prevede una demenziale forma di liberalizzazione per la quale il sindacato degli edicolanti ha indetto otto giornate di sciopero''.
Secondo Cestaro, ''il tutto produrrà effetti pesanti sui livelli occupazionali dell'intero settore, non solo con la perdita di posti dilavoro ma anche con la scomparsa di professionalità difficilmente sostituibili. L'attacco - dice - riguarda la più grande istituzione culturale e di informazione del nostro paese, l'editoria collegata ai pluralismi territoriali e la parte finale della commercializzazione dei prodotto editoriali''.
''Il nostro auspicio - conclude Cestaro - è che sia rimasto ancora qualche esponente politico di buon senso che cerchi di comprendere la situazione e agisca di conseguenza. In alternativa il governo Renzi abbia il coraggio di proporre al Parlamento l'abolizione dell'articolo 21 della Costituzione''. (ROMA, 9 DICEMBRE - ADNKRONOS)

PER IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE NO AI TAGLI ALL’EDITORIA
In un momento di grave difficoltà per gran parte delle testate cooperative, non profit e di idee, oltre che per quelle locali, il taglio del sostegno pubblico, già fortemente ridimensionato negli ultimi anni, rischia di decretarne per molte la chiusura.
L’Arci ritiene fortemente sbagliata e grave la scelta del governo di eliminare, con la legge di Stabilità, ogni forma di sostegno al settore. Ciò va a scapito infatti della pluralità dei mezzi di informazione, e dunque contrasta col diritto alla libertà di informare ed essere informati sancito dalla nostra Costituzione.
Le difficoltà del settore, aggravate dalla progressiva riduzione del sostegno pubblico, hanno già costretto alla chiusura più di trenta testate e, se venisse confermato l’orientamento del governo, almeno altre ottanta sarebbero probabilmente costrette a chiudere i battenti.
Una situazione preoccupante, che riguarda anche la sorte di tanti lavoratori e lavoratrici che spesso con grande dedizione e pur tra mille difficoltà hanno continuato a prestare la loro opera.
Ci uniamo quindi alla voce di quanti chiedono un ripensamento da parte del governo che garantisca, attraverso un adeguato stanziamento di risorse, la sopravvivenza di tutte quelle testate altrimenti destinate alla chiusura.
L’Arci sarà anche questa volta a fianco di quanti si battono per la libertà e il pluralismo dell’informazione.
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci

@fnsisocial

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