È Gérard Davet. Minacciati anche i figli e la moglie. Quattro lettere anonime ricevute da marzo 2014. Gli inquirenti sospettano la pista corsa. Identificato l’autore della seconda minaccia.
Gérard Davet, giornalista francese, redattore del quotidiano Le Monde a Parigi, vive sotto scorta da settembre. Ha ricevuto diverse minacce di morte.
Negli
ultimi anni, insieme al suo collega Fabrice Lhomme, Davet ha rivelato diversi
scandali: i casi Bettencourt e Kazakhgate, le intercettazioni di Sarkozy e la
mafia corsa in Africa. È in questo contesto che il giornalista ha iniziato a
ricevere minacce.
A marzo 2014 la prima intimidazione: alla redazione di Le Monde è arrivata una
lettera anonima, indirizzata a lui, contenente un’esplicita minaccia di morte.
Il messaggio è firmato “gli amici di Tomi”. Tomi è un uomo implicato negli
affari, legati alla mafia corsa e africana, di cui il cronista ha parlato nei
suoi articoli.
Ad agosto 2014 arriva la seconda minaccia. Un’altra lettera anonima, spedita a
casa sua, con minacce di morte ai suoi figli e a sua moglie. Questa volta
l’intimidazione è stata più preoccupante, perché il suo indirizzo fino a quel
momento era segreto; inoltre chi ha spedito la lettera conosceva le date di
nascita dei figli e altri dettagli su di loro. A questo punto il Ministero
dell’Interno ha deciso di metterlo sotto scorta. Così a settembre 2014 Gérard
Davet ha cominciato a vivere sotto protezione, ma le intimidazioni non sono
cessate.
A novembre 2014, il reporter ha ricevuto una busta con tre proiettili insieme
con una lettera anonima in cui è scritto che l’avrebbe pagata cara e che il
prossimo proiettile sarebbe stato per lui. Infine, a dicembre 2014, ha ricevuto
un’ultima lettera in cui si afferma che questo sarà il suo ultimo Natale.
Ad ogni minaccia, Davet ha presentato denuncia alle autorità giudiziarie. Gli
inquirenti hanno identificato l’autore della seconda lettera, quella inviata a
casa sua. Si tratta di un agente delle imposte che ha trovato il suo indirizzo
sull’intranet del servizio del fisco. Fermato dalla polizia giudiziaria, l'uomo
si è rifiutato di ammettere i fatti. Gli investigatori pensano che abbia agito
per conto di qualcuno. “Ma per conto di chi?”, si chiede ancora oggi Gérard
Davet. Da http://notiziario.ossigeno.info/