«La pubblica accusa ha chiesto tre ergastoli e 208 anni di reclusione per il clan Spada. Alcune delle donne del gruppo hanno pensato bene di insultare in aula Federica Angeli, la cronista costretta a vivere sotto scorta per le sue inchieste su mafie, malaffare e sulle troppe connivenze e i complici silenzi. Oltre ad essere solidali con Federica Angeli e con Giulio Vasaturo, il legale che rappresenta la parte civile, riteniamo indispensabile che anche questa fase del processo sia 'illuminata a giorno' e che sia data voce alle tante associazioni che, anche a Ostia, ogni giorno si battono per la legalità e per la sicurezza del territorio». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.