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Carta di Roma 30 Mag 2012

Presidente Fnsi: “No a linguaggi allarmistici sull’emergenza Anche il giornalismo è chiamato alla responsabilità”

“Sul tema immigrazione politica e istituzioni sono chiamate ad una svolta anche linguistica: deve cessare il linguaggio allarmistico dell’emergenza continua”. Questo ha sostenuto Roberto Natale, presidente della Fnsi, a Palermo moderando l'incontro intitolato ''Informazione e Immigrazione: conoscere la Carta di Roma e la sua applicazione'', organizzato da Fnsi, Unar, e dall'Associazione Siciliana della Stampa, in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Sicilia.

“Sul tema immigrazione politica e istituzioni sono chiamate ad una svolta anche linguistica: deve cessare il linguaggio allarmistico dell’emergenza continua”. Questo ha sostenuto Roberto Natale, presidente della Fnsi, a Palermo moderando l'incontro intitolato ''Informazione e Immigrazione: conoscere la Carta di Roma e la sua applicazione'', organizzato da Fnsi, Unar, e dall'Associazione Siciliana della Stampa, in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Sicilia.

“Ma anche il giornalismo – ha continuato Natale – è chiamato ad una diversa responsabilità per non assecondare campagne d’odio e speculazioni. Per assolvere a questa funzione civile l’informazione ha bisogno di passaggi formativi: le linee guida che oggi abbiamo presentato  a Palermo - ha concluso il presidente Fnsi - vengono offerte ai suggerimenti di colleghe e colleghi e verranno discusse nei prossimi mesi all’interno delle aziende editoriali e delle redazioni”. IMMIGRAZIONE: CARTA ROMA, TUTELARE IDENTITÀ RIFUGIATI
BOLDRINI, DIAMO LA PAROLA AI MIGRANTI
Non riprendere in volto rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta di esseri umani, ed evitare tutti quegli elementi che possono portare alla loro identificazione; adottare termini giuridicamente appropriati e abbandonare definizioni stigmatizzanti come 'clandestino', 'zingaro', 'nomade', abusati e spesso impropriamente utilizzati; garantire l'anonimato dei minori stranieri ed evitare ogni sensazionalismo. Sono alcune delle linee guida della Carta di Roma, il protocollo deontologico vincolante per i giornalisti sui richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti firmato da Ordine dei Giornalisti, Fnsi e Unhcr (Agenzia Onu per i rifugiati). Il codice, in vigore dal giugno 2008, è stato discusso in un ciclo di presentazioni tra Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. A Palermo, nella sede dell'Odg Sicilia si è a svolto questa mattina l'incontro intitolato ''Informazione e Immigrazione: conoscere la Carta di Roma e la sua applicazione'', organizzato da Fnsi, Unar, e dall'Associazione Siciliana della Stampa, in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Sicilia. ''Diamo la parola ai migranti, in un modo che non sia controproducente - ha detto Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati - Non tutelare questi soggetti significa prendersi la responsabilità di esporli''.
Ad aprire i lavori sono stati Alberto Cicero, segretario dell'Associazione stampa Sicilia, Riccardo Arena, presidente Ordine dei giornalisti Sicilia e Mauro Valeri dell'Unar.  Tra i giornalisti intervenuti: Laura Anello (Giornale di Sicilia), Sebastiano Messina (caporedattore La Repubblica Palermo), Vincenzo Morgante (caporedattore Rai Palermo), Franco Nuccio (caporedattore Ansa Palermo), Giorgio Petta (La Sicilia), Elvira Terranova (Adnkronos), Fabio Nuccio (Mediaset). Al centro del dibattito, la necessità di dover dare notizie sui temi dell'immigrazione e dell'asilo utilizzando termini e procedure corrette spesso sacrificati anche da scarsezza di risorse e ritmi frenetici di produzione dell'informazione. Comune ai relatori l'importanza di evitare ''la sciatteria della contabilità, e trovare un equilibrio tra cronaca e tutela, senza fare allarmismo, altrimenti si fa da cassa di risonanza ad ansia e xenofobia''.   (PALERMO, 30 MAGGIO - ANSA) IMMIGRATI: BOLDRINI (UNHCR), NO EMERGENZA IN UE 277MILA DOMANDE D'ASILO
L'85 PER CENTO DEI RIFUGIATI VIVE NEL SUD DEL MONDO
"Dov'è l'emergenza immigrati in Europa? Dove in un anno sono state presentate 277mila domande d'asilo di profughi arrivati? L'85 % dei rifugiati vive nel Sud del mondo, nei paesi confinanti". Lo ha detto Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), intervenuta oggi al seminario sull'applicazione delle linee guida della Carta di Roma a tutela dei migranti, in corso nella sede dell'Ordine dei giornaisti di Sicilia e organizzato dall'Assostampa, dalla Fnsi e Unar.
"Sono appena rientrata dal più grande campo di rifugiati al mondo, al confine tra Kenya e Somalia, che ospita 500mila rifugiati - ha detto Boldrini- Ne contiene più dei 27 stati dell'Unione europea, dove è allora l'emergenza in Europa? C'è piuttosto allarmismo, dove la stampa rischia di diventare una cassa di risonanza tra razzismo e xenofobia''.
''L'ultimo rapporto Onu sulla mobilità parla di 214 milioni di migranti, il 3% della popolazione globale - dice ancora Laura Boldrini - Oltre il 35 per cento di loro, però, va da Sud a Sud del mondo, come Brasile, o paesi del Golfo. Il fenomeno degli arrivi via mare va visto in modo globale, altrimenti si fa una ragioneria dei numeri che è fuorviante''.
La portavoce dell'Onu per i diritti dei rifugiati non risparmia le critiche alla politica che "troppo spesso ha lavorato sulla paura per ottenere consenso e le parole sbagliate avvelenano il pozzo". E avverte anche la stampa che "ha la responsabilità di riportare correttamente i dati. Ho visto su Lampedusa una stampa che riportava solo dati senza analisi". Poi sui richiedenti asilo: ''Se proteggiamo i pentiti di mafia - ha detto - abbiamo il dovere di proteggere chi è perseguitato ed è a rischio perché vive in un regime".
Sempre Laura Bodrini, parlando ancora dei profughi ha ribadito: "I migranti non sono gli effetti collaterali ma gli attori principali della globalizzazione. E la stampa gioca un ruolo molto importante. Io sono stata tacciata di essere un'antitaliana ma io amo questo paese, però bisogna dire le cose come stanno". Il seminario, al quale hanno partecipato diversi giornalisti, è stato moderato dal Presidente dell'Fnsi Roberto Natale. (PALERMO, 30 MAGGIO - ADNKRONOS) “IL GIORNALISMO ETICO È GIORNALISMO PENSANTE, MA PER ESSERE PENSANTE, IL GIORNALISTA DEVE FERMARSI A PENSARE.”- ROBERTO NATALE CHIUDE IL SEMINARIO DI PALERMO SULLA CARTA DI ROMA
Si è svolta ieri a Palermo presso la sede dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia un seminario di formazione rivolto principalmente ai giornalisti siciliani sulla Carta di Roma, il codice deontologico su migranti, richiedenti asilo e rifugiati, siglato nel giugno 2008 da Consiglio Nazionale dell’Ordine, FNSI su stimolo dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR).
All’incontro hanno partecipato circa 50 giornalisti tra cui diversi caporedattori di testate locali, oltre a esponenti della società civile organizzata e istituzioni locali.
A dare il saluto il neoassessore con delega all’immigrazione del Comune di Palermo,Giusto  Catania che apprezzando l’iniziativa, ha annunciato che come primo atto del governo della città, il Sindaco Orlando conferirà la cittadinanza onoraria a tutti i residenti stranieri che abitano Palermo.
Sapendo che la politica insieme ai media, hanno avuto una grande responsabilità in questi anni nell’alimentare quella che alcuni hanno chiamato “imprenditoria politica della paura”, questo atto annunciato dall’assessore Catani,a non può che andare nella direzione di discontinuità politica auspicata anche da Roberto Natale in uno dei suoi interventi al dibattito.
Come ribadito anche dall’assessore alle politiche sociali della Provincia di Palermo, Massimo Rizzuto, e dallo stesso Catania  “ e’ necessaria una battaglia culturale sul tema dell’immigrazione per costruire una pedagogia di massa, per cambiare l’uso del linguaggio stereotipato nei confronti dei cittadini stranieri”
L’informazione è un tassello chiave per la formazione dell’opinione pubblica, il compito del giornalista deve essere quello di riportare la verità sostanziale, indagare e fondare il discorso sui fatti. “L’esigenza di un racconto senza omissioni e con onestà dalla parte dei giornalisti dell’emergenza Lampedusa che teneva vittime sia i migranti che i Lampedusani, non è stata facile” ha raccontato Laura Anello, corrispondente all’epoca de La Stampa e oggi al Giornale di Sicilia. 
“Una stampa responsabile ha il dovere di andare oltre la mera contabilità degli sbarchi” ha affermato Laura Boldrini, ispiratrice della Carta di Roma che ha esortato i colleghi ad analizzare e raccontare la realtà migratoria in un contesto più ampio, dando voce ai veri attori della globalizzazione che sono i migranti stessi.
Grande apprezzamento da parte di tutti i giornalisti presenti alla tavola rotonda per l’occasione di riflessione e per lo strumento delle Linee Guida d carta di Roma, “un codice ancora troppo conosciuto nelle redazioni” – afferma il caporedattore RAI Sicilia Vincenzo Morgante.
Ben vengano allora le iniziative dell’Ordine, che in primis ha il compito di vigilare sulla deontologia professionale, sia per far conoscere la Carta di Roma insieme alle altre Carte che i giornalisti si sono dati. Solo dopo aver avuto adeguata informazione su queste e non aver ottemperato ai propri doveri di giornalista possono partire le sanzioni, afferma Riccardo Arena , presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia, che ha ospitato l’incontro di Palermo e lo ha promosso insieme all’Associazione stampa siciliana.
”Il giornalismo italiano ha scelto la strada della formazione” ha affermato Roberto Natale che sottolinea lo sforzo delle associazioni di categoria insieme a quello dell’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e molte altre sigle che hanno dato vita all’Associazione Carta di Roma,  per continuare a promuovere il dibattito e portarne i contenuti all’interno delle redazioni.
Il lavoro con le aziende editoriali e il servizio pubblico è lo spunto lanciato da altri giornalisti presenti alla tavola rotonda, come Giorgio Petta de La Sicilia, Fabio Nuccio di Mediaset e Elvira Terranova di AD Kronos e raccolto dal presidente della FNSI a nome di Carta di Roma.
“Fare informazione in modo completo è possibile” ha chiuso il caporedattore dell’ANSA Franco Nuccio, dopo aver raccontato la difficoltà di far passare notizie drammatiche quando coinvolgono le vite dei migranti, ma anche esempi positivi di giornalismo di inchiesta come quelli realizzati da Giovanni Maria Bellu e Fabrizio Gatti.
 “Quando ci sono discriminazioni, soprattutto a danno dei più deboli, la stampa ha il dovere di descriverle con i termini corretti” afferma Mauro Valeri dell’UNAR, ricordando come la situazione degli ambulanti immigrati a Palermo non è molto migliorata dopo il drammatico caso di Noureddine Adnane, ricordato anche da Sebastiano Messina, caporedattore di Repubblica.
Voci ed episodi troppo poco ascoltati quelli raccontati dai migranti residenti nelle nostre città sia quelle delle cosiddette seconde generazioni, testimoniate da Yodith Abraha, mediatrice culturale, ma anche da Farid Adly, giornalista di origine libica, che ha ricordato anche come la presenza di redattori immigrati o figli di immigrati nelle redazioni potrebbe contribuire ad una diversa lettura e comprensione dei fenomeni migratori da parte dei media.
Nel pomeriggio una delegazione di 15 giornalisti guidati dal Presidente della FNSI, insieme alla Presidente regionale dell’Arci Sicilia Anna Bucca, ha potuto accedere al CIE di Milo (Trapani). La delegazione, nell’ambito della Campagna europea ‘Open Access Now – Aprite le porte. Lasciateci entrare!’, mirava ad assicurare la libertà di stampa in quei luoghi off limits per la libertà d’informazione e per i diritti dei detenuti stranieri. La delegazione ha potuto aver accesso ad un’unica “sezione” di detenuti (sui circa 70 “ospiti” ad oggi presenti nel Cie, dopo le numerose fughe degli ultimi giorni), raccogliere interviste individuali e constatare le condizioni di vita inaccettabili e l’assente assistenza legale agli “ospiti”. Il periodo di detenzione medio è di 5 mesi, ma alcuni sono rinchiusi già da 8 mesi, non identificati dal loro consolato e in attesa di un rimpatrio improbabile, magari essendo trasportati da un Cie all'altro per mezza Italia. I cronisti hanno anche potuto raccogliere le storie di persone che vivono in Italia da anni, che hanno pagato i contribuiti, che sono sposati o convivono con italiane, che hanno figli italiani e che vengono detenuti senza aver commesso un reato.

@fnsisocial

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