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Cdr 25 Nov 2007

Preoccupazione dell’assemblea della Nuova Sardegna per l’accordo tra De Benedetti e Soru

Il Comitato di Redazione della Nuova Sardegna ha appreso dalle agenzie di stampa che Carlo De Benedetti, editore del Gruppo l’Espresso-Finegil di cui fa parte anche la nostra testata, ha raggiunto un accordo con Tiscali, la società di telecomunicazioni di cui è socio di maggioranza il presidente della giunta regionale Renato Soru.

Il Comitato di Redazione della Nuova Sardegna ha appreso dalle agenzie di stampa che Carlo De Benedetti, editore del Gruppo l’Espresso-Finegil di cui fa parte anche la nostra testata, ha raggiunto un accordo con Tiscali, la società di telecomunicazioni di cui è socio di maggioranza il presidente della giunta regionale Renato Soru.

Tale accordo prevede investimenti, da parte di De Benedetti e attraverso la sua società «Management & Capitali», pari a sessanta milioni di euro per supportare la crescita e lo sviluppo di Tiscali in Italia e nel Regno Unito. L’assemblea di redazione della Nuova Sardegna ha espresso preoccupazione per i risvolti che l’accordo societario Soru-De Benedetti potrebbe avere sulla trasparenza, l’obiettività e l’imparzialità dell’informazione del giornale e nel rapporto di correttezza con i lettori. I redattori si sono sempre battuti perché venisse garantita l’autonomia e l’indipendenza della testata anche sulla base degli impegni che negli anni Ottanta vennero presi dalla nuova proprietà subentrata alla Sir. L’assemblea della Nuova conferma quindi la necessità che il giornale mantenga la sua autonomia rispetto agli interessi finanziari, politici o industriali che fanno capo agli azionisti, rilanciando quello che è l’interesse primario di un’informazione corretta e pluralistica e al servizio dei lettori. Sono temi, questi, che rientrano nel patrimonio del lavoro e della deontologia giornalistica. Principi ai quali non si può derogare. L’assemblea della Nuova Sardegna auspica perciò che i rapporti più stretti tra il proprio editore e il presidente della giunta regionale, benché legittimi, non influiscano sulla libertà e il valore dell’informazione e che anche in futuro la linea editoriale si mantenga sui canoni di correttezza che fino ad ora hanno contraddistinto la nostra testata.

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