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Premio Mani Tese, vince il progetto di inchiesta sul traffico illecito di abiti usati
Premi e Concorsi 05 Giu 2020

Premio Mani Tese, vince il progetto di inchiesta sul traffico illecito di abiti usati

Martina Di Pirro, Francesca Ferrara e Maged Srour si aggiudicano la competizione per il giornalismo investigativo e sociale 2020 con 'Di mano in mano - Il viaggio di un tessuto di seconda mano dall'Occidente all'Africa'. Hanno ora 120 giorni e fino a 10mila euro di contributo monetario per realizzare il servizio.

Sono Martina Di Pirro, Francesca Ferrara e Maged Srour, con il progetto di inchiesta "Di mano in mano – Il viaggio di un tessuto di seconda mano dall'Occidente all'Africa", i vincitori del premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale 2020. La proclamazione giovedì 4 giugno, nell'ambito dell'evento conclusivo, in diretta online, della seconda edizione della kermesse.

Il premio, promosso da Mani Tese con il contributo dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), si propone di portare alla luce storie e inchieste relative all'impatto dell'attività d'impresa sui diritti e sull'ambiente. Il tema di quest'anno era relativo all'industria dell'abbigliamento.

Cinque i finalisti selezionati dalla giuria, presente all'evento, composta da giornalisti e giornaliste di grande spessore, come Federica Angeli, Gad Lerner, Tiziana Ferrario, Gianluigi Nuzzi, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Riccardo Iacona, e da Emilio Ciarlo, direttore della comunicazione di Aics.

Dopo un live talk sul ruolo del giornalismo ai tempi del coronavirus condotto da Giorgia Vezzoli, responsabile della comunicazione istituzionale di Mani Tese, con i giurati e le giurate del Premio, i finalisti annunciati in diretta si sono sfidati con un pitch di presentazione dei loro progetti.

"Di mano in mano – Il viaggio di un tessuto di seconda mano dall'Occidente all'Africa" intende fare luce su come i vestiti usati importati in Africa abbiano l'effetto di condannare alla povertà i suoi abitanti, con conseguenze anche sull'ambiente circostante e sullo sviluppo sostenibile di queste comunità.

«Anche in Italia – spiega una nota di Mani Tese – buona parte delle donazioni di indumenti usati, che i cittadini fanno per solidarietà, finiscono per alimentare un traffico illecito. Inoltre, decine di tonnellate di indumenti sono considerati non utilizzabili e dunque rifiuti da smaltire».

Ai vincitori del Premio verrà assegnato un contributo monetario fino ad un massimo di 10mila euro a copertura delle spese di realizzazione del servizio. Il team ha ora 120 giorni di tempo per realizzare l'inchiesta che verrà pubblicata integralmente sul sito di Mani Tese.

Gli altri progetti finalisti sono stati: "La cortina delle griffe. La superpotenza del fashion che divide l'Unione Europea in due blocchi", di Alessia Albertin, Alberto Bellotto, Elisabetta Invernizzi e Claudia Zanella. "Riconversioni pericolose", di Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo. "Usi e costumi da bagno: cosa si cela dietro il business della fibra sintetica", di Daniela De Lorenzo e Giang Pham. "Le operaie tunisine cuciono il Made in Italy", di Arianna Poletti e Stefano Lorusso.

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