«Chi davvero è interessato ai temi della libertà di informazione invece di progettare tribunali speciali e giurie popolari si dedichi alla approvazione di quelle norme che consentirebbero all'Italia di risalire decine di posizioni nei rapporti internazionali sulla libertà di informazione». Questo, all’indomani della polemica sorta intorno alle ultime esternazioni di Beppe Grillo, l’appello che la Fnsi rivolge al mondo della politica e alle istituzioni.
«L'attuale mediocre collocazione – spiegano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti – deriva, infatti, dalla debolezza delle normative antitrust, dall'irrisolto conflitto di interessi, dall'ingerenza della politica nella gestione della Rai, in modo particolare, dal crescere delle minacce nei confronti dei cronisti che indagano e scrivono su mafie, malaffare, corruzione».
Come più volte ribadito, secondo i vertici del sindacato dei giornalisti a determinare il drastico peggioramento della posizione dell'Italia in alcuni dei più prestigiosi rapporti internazionali sono la mancata abrogazione della pena del carcere connessa ai reati di opinione, per altro sollecitata dalle istituzioni europee e, soprattutto, l'uso e l'abuso delle cosiddette "querele temerarie".
«Ci auguriamo – concludono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – che il triste dibattito di queste ore non si esaurisca nello spazio di una battuta, ma sia ora trasformato, dal governo e dal parlamento, in una efficace e tempestiva iniziativa per portare alla approvazione gli opportuni provvedimenti a tutela del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini ad essere informati».