No alle leggi bavaglio, sì alla libertà di stampa, al diritto di cronaca e a quello dei cittadini ad essere correttamente informati. Sono questi i messaggi lanciati a Perugia, sabato 17 febbraio 2024, dall'Associazione Stampa Umbra che in piazza Italia, nell'ambito delle iniziative Fnsi, ha organizzato una manifestazione contro l'emendamento Costa e le leggi che rischiano di annacquare i cardini della professione e di intaccare l'articolo 21 della Costituzione.
In piazza l'Asu, assieme all'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, ha chiamato anche i sindacati di Cgil, Cisl e Uil, l'associazione Libera e i parlamentari umbri, due dei quali, Walter Verini (Pd) ed Emma Pavanelli (M5S), hanno raccolto l'invito, sottolineando l'importanza della manifestazione e dichiarando di condividerne lo spirito e l'obiettivo.
«La legge passata pochi giorni fa in Senato – ha detto il presidente Asu Massimiliano Cinque – impedisce di pubblicare le notizie di reato in maniera tempestiva perché vieta di pubblicare gli atti giudiziari. L'emendamento Costa fa seguito alla legge Cartabia sulla presunzione di innocenza, la quale di fatto limita la possibilità per i giornalisti di venire a conoscenza dei reati. È un problema che riguarda anche il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Non sono in discussione i principi delle direttive comunitarie in materia, ciò che non funziona sono le leggi italiane che le hanno recepite».
La manifestazione di Perugia è inserita in quelle di ambito nazionale avviate dalla Fnsi e si unisce a quelle delle altre Assostampa. «Ciò che chiede il sindacato è che Mattarella non firmi la legge così com'è», ha concluso Cinque.
Sulla stessa lunghezza d'onda la vicepresidente dell'Ordine regionale dei giornalisti, Donatella Binaglia che ha sottolineato il valore di un giornalismo al servizio dei cittadini. «Queste leggi – ha rilevato Binaglia – mettono in discussione il diritto di cronaca e l'articolo 21 della Costituzione, impediscono ai cittadini di accedere a informazioni corrette e complete. Grazie al sindacato che ha organizzato questa iniziativa che ci vede pienamente partecipi e d'accordo. Purtroppo, c'è da dire che il quadro già difficile è peggiorato anche dalle lentezze sulla riforma dell'Ordine, regolato ancora da una legge che risale al 1963 e che invece avrebbe assoluto bisogno di un aggiornamento». (Da: assostampaumbria.it)