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Unione Europea 19 Gen 2010

Pechino, attacchi informatici posta elettronica Google di giornalisti stranieri. Reporter senza Frontiere: "Siamo indignati". La compagnia rallenta le sue operazioni in Cina

Alcuni giornalisti stranieri a Pechino hanno denunciato attacchi informatici contro le lorocaselle di posta elettronica di Google, mentre la compagnia americana che gestisce uno dei più popolari motori di ricerca per Internet ha rinviato oggi il lancio di due modelli ditelefoni cellulari che usano la sua piattaforma Android, in un primo segno di rallentamento delle sue operazioni in Cina.   

Alcuni giornalisti stranieri a Pechino hanno denunciato attacchi informatici contro le loro
caselle di posta elettronica di Google, mentre la compagnia americana che gestisce uno dei più popolari motori di ricerca per Internet ha rinviato oggi il lancio di due modelli di
telefoni cellulari che usano la sua piattaforma Android, in un primo segno di rallentamento delle sue operazioni in Cina.   

 La denuncia sugli attacchi alla "gmail" dei giornalisti è stata fatta dal Foreign Correspondent Club della Cina sul suo sito web. Il gruppo internazionale Reporter Senza Frontiere (Rsf) si è dichiarato "indignato" per gli attacchi. In un   comunicato, Rsf sostiene che gli attacchi informatici ai giornalisti "..rappresentano un'intimidazione per le loro fonti e una seria violazione della loro sfera privata, del loro lavoro e della loro libertà di diffondere notizie ed informazioni".

La scorsa settimana, Google ha denunciato massicci attacchi di pirati informatici che hanno preso di mira le comunicazioni di dissidenti e attivisti per i diritti umani che usano i suoi siti web, aggiungendo che metterà fine alle sue attività  in Cina se non potrà gestire un sito libero dai controlli della censura.
   Google ha smentito di aver chiuso i suoi uffici in Cina, come affermato da alcuni mezzi di comunicazione locali, sottolineando che per il momento le sue attività procedono "normalmente¯. Secondo le notizie, i sospetti si erano puntati su alcuni impiegati locali della compagnia, alcuni dei quali sarebbero stati trasferiti in altre sedi. "Non commentiamo le voci e le ipotesi - ha chiarito una portavoce della compagnia americana -
c'è un' indagine in corso e semplicemente non possiamo entrare nei dettagli".    Citando per la prima volta Google, il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Ma Zhaoxu ha sostenuto oggi che le imprese operanti in Cina "devono rispettare le leggi cinesi", comprese quelle sulla censura. Ma Zhaoxu ha aggiunto di non sapere se siano in corso colloqui tra rappresentanti di Google ed il governo cinese, come richiesto dai dirigenti della
compagnia americana. "Il governo incoraggia lo sviluppo di Internet ma le imprese straniere in Cina devono rispettare la legge e i regolamenti cinesi, i costumi e le tradizioni cinesi e assumersi le conseguenti responsabilità sociali, e certamente Google non fa eccezione", ha sostenuto il portavoce. (ANSA).

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